L'indagine demoscopica di
StageUp e Ipsos sui tifosi pubblicata oggi dalla
Gazzetta dello Sport fotografa la situazione del calcio in
Italia. I tifosi delle squadre in A sono diminuiti del 2,6% in un anno da 25,3 milioni a 24,6. Ha fatto la differenza la lontananza fisica, causata dal
Covid-19. "Questo lungo periodo di chiusura degli stadi al pubblico sta cominciando a produrre segnali deboli che danno ragione al grido di preoccupazione lanciato dai presidenti di Figc e Lega Gravina e Dal Pino. Tenere lontani i tifosi dal momento agonistico “live” tende, nel lungo periodo, a diminuire l’empatia e l’emotività allentando il legame tra il sostenitore e la propria squadra del cuore - afferma
Giovanni Palazzi, ad di
StageUp -. È un piccolo allarme da non sottovalutare. Certo, stiamo parlando di una relazione strutturata e costruita in un lunghissimo periodo di tempo, se si pensa che la Serie A ha appena festeggiato i 90 anni del torneo a girone unico. Non solo. Il campionato di A resta uno dei più importanti fenomeni nazional-popolari in Italia, con 29 milioni di 14-64enni interessati e quasi 25 milioni che si dichiarano tifosi di una squadra. Però è importante che la gente ritorni a ripopolare gli stadi, con tutte le necessarie precauzioni, in modo da evitare che questo segnale si cronicizzi e porti a una discesa vera e propria del trend dell’interesse".
In testa ancora la
Juventus con 8,2 milioni di tifosi e un calo del 7% rispetto al 2019-20. Crescono invece
Inter e Milan. I rossoneri salgono al secondo posto (4 milioni e +11%). "La differenza è minima, siamo all’interno della forchetta dell’errore statistico. Se fossimo agli exit-poll direi che dobbiamo aspettare lo spoglio dei voti. Milan e Inter sono sostanzialmente pari", osserva Palazzi.