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GdS - Uefa e Fifa aumentano i premi per i club. E sono sempre più guai per chi resta fuori dalle coppe

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Sembrano lontanissimi i tempi in cui i club, soprattutto quelli top, minacciavano cause milionarie a Uefa e Fifa per la perdita dei propri tesserati. Oggi, secondo quanto raccolto in esclusiva dalla Gazzetta dello Sport, i due massimi organismi del calcio hanno di fatto stretto un'alleanza ferrea con il mondo delle società, con lo sfondo disegnato da milioni di euro. Oltre a ruoli istituzionali garantiti all'Eca (l’associazione dei club europei), c'è infatti da evidenziare un notevole implemento di denaro che finirà nelle casse delle partecipanti alle coppe e di quelle squadre che forniranno giocatori alle Nazionali nei Mondiali e negli Europei. La rosea illustra le cifre esatte dell'accordo: "La crescita di questi benefit è notevole. Ha cominciato l’Uefa che, per Austria-Svizzera 2008, distribuì oltre 43 milioni di euro a tutte le squadre dei convocati (in proporzione ai giorni di presenza). In Polonia-Ucraina cifra più che raddoppiata (100 milioni), tra un anno in Francia addirittura 150. Ma con la nuova intesa Uefa-club, valida fino al maggio 2022, si aumenta ancora: a Europa 2020, il torneo itinerante che si giocherà anche a Roma, arriverà l’8% dei ricavi, con un minimo sicuro di 200 milioni. Anche la Fifa aumenta la sua quota di partecipazione agli utili: 209 milioni di dollari per Russia 2018 e Qatar 2022 (ma per 32 o più finaliste, non le 24 dell’Euro). Anche per aiutare i club ad accettare il Mondiale invernale che un po’ stravolgerà calendari e ritmi della stagione. Erano appena 40 milioni di dollari a Sudafrica 2010, sono stati 70 milioni in Brasile. Ecco perché si discute anche di allargare il Mondiale a 36 o 40 squadre: significherebbe aumentare i diritti tv, cosa che consentirebbe di aumentare anche i premi senza pesare troppo sulle casse di Zurigo. Ma i soldi veri, pesanti, che nel calcio del futuro cambieranno mercato e strategie tecniche – creando due categorie di club, chi può e chi non può – sono quelli della Champions (e, in Inghilterra, anche quelli dei diritti tv «monstre» della Premier). Nel ciclo 2012-15 la Champions valeva 1,4 miliardi di euro all’anno; l’Europa League 243 milioni; totale 1,66 miliardi. Per il nuovo ciclo 2015-18, dal prossimo anno, l’aumento totale è incredibile: +32%. I ricavi Champions schizzano a 1,9 miliardi, quelli di Euroleague a 300 milioni. Aggiungendo ticketing e hospitality delle finali, si arriva a 2,24 miliardi per le due coppe. Cifre spaventose che hanno una conseguenza inevitabile: far aumentare anche i premi per i club partecipanti (naturalmente, per chi resta fuori dalle coppe, sono sempre più guai). In dettaglio: la Champions distribuiva circa un miliardo, adesso passa a 1,26; l’Euroleague sale da 230 a 380 milioni; aumentano anche i premi per i playoff (50 milioni). La vendita di diritti tv e commerciali dei due tornei è stata collettiva e la distribuzione finale sarà solidale: così sarà possibile aumentare ricavi e premi del torneo minore, e renderlo più interessante per chi si qualifica (infatti l’Euroleague ricava 300 e ne distribuisce 381). Senza dimenticare che la vincente si qualifica di diritto alla Champions. Altra (bella) novità: i risultati individuali conteranno più dei diritti tv e commerciali della nazione. Come? Cambiando la distribuzione tra premi per risultati e market pool: fino a oggi la percentuale è 55%-45%, dal 2015-16 si passa a 60%-40%. Esempio: la prossima Champions distribuirà, alle 32 finaliste, 724 milioni per i risultati e 482 milioni per il market pool". 

 


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