CdS - "Inter obbligata a vincere": è davvero così? Il paragone sul mercato tra Inzaghi e la Juve racconta altro...
Fonte: Corriere dello Sport
Il Corriere dello Sport non ci gira attorno: "L’Inter è la squadra più forte e ha l’obbligo di vincere lo scudetto. Quando sentono questa litania, dalle parti di Appiano Gentile, nonché da quelle di viale Liberazione, si irritano e scatta il fastidio. Va bene non nascondersi davanti agli obiettivi, come appunto fa l’Inter già dall’anno scorso, ma che poi la pressione sia tutta a carico di Lautaro e compagni è un gioco che fa comodo a troppi. Soprattutto a chi, negli ultimi mesi, ha speso e sparso. I nerazzurri sono campioni d’Italia in carica, ma sono reduci da sue sessioni di mercato, quella estiva e quella invernale appena chiusa, che hanno portato alla corte di Inzaghi due giocatori svincolati, Zielinski e Taremi, un portiere di riserva, Josep Martinez, un giovane difensore già finito in prestito, Palacios, e un l’ultimo arrivato, un prestito dalla Roma, Zalewski, arrivato per coprire l’uscita di Buchanan. In tutto, circa una ventina di milioni investiti".
E allora è automatico il confronto con la Juventus, dove le cose sono andate in maniera diametralmente opposta. Con il mercato estivo dentro Di Gregorio, Kalulu, Cabal, Douglas Luiz, Thuram, Koopmeiners, Nico Gonzalez e Conceiçao. Poi a gennaio ecco altre 4 new-entry: Kolo Muani, Renaito Veiga, Alberto Costa e Kelly. "Non tutti sono acquisti a titolo definitivo: alcuni sono solo prestiti, compresi quelli secchi o con semplice diritto di riscatto - si legge -. Ciò non toglie che, tra questa stagione e gli impegni per la prossima, la Juventus abbia accumulato un disavanzo di quasi 150 milioni tra entrate e uscite. Insomma, se la squadra bianconera è solo quinta in campionato, non può esserci nulla di normale".
Tornando agli albori dell'avventura di Inzaghi sulla panchina dell'Inter, il saldo in attivo sul mercato tocca un centinaio di milioni. Nello stesso arco temporale, mentre i vari Lukaku, Hakimi, Onana e compagnia lasciavano Milano, la Juve tesseravae gente come Vlahovic (85,5 milioni), Koopmeiners (54,7), Douglas Luiz (51,5), Bremer (46,9) e Chiesa (44,5), accumulando un saldo negativo di oltre 260 milioni. "Ebbene, nonostante questi investimenti, il palmares della società bianconera si è arricchito di una sola Coppa Italia, conquistata lo scorso anno con in panchina Allegri, che era stato (ri)chiamato, esattamente come Inzaghi, proprio nel 2021, per avviare un processo di ricostruzione. In tre anni ha avuto risorse nettamente inferiori rispetto a quelle stanziate in un solo anno di Motta. Insomma, tutto questo per chiedersi se è proprio vero che soltanto l’Inter sia obbligata a vincere?", si domanda il quotidiano romano.