Corsera - Inter Campus, Carlotta Moratti: "Mio padre sfruttò il potere comunicativo della squadra sul piano sociale"
"Parlare di Inter Campus significa parlare del funerale di una bambina nel quartiere San Isidro di Caracas, in Venezuela, quando tutte le sue compagne di allenamento si sono presentate alla cerimonia indossando una maglia nerazzurra, il legame più forte che le teneva unite". Comincia con questo incipit l'approfondimento dell'edizione odierna del Corriere della Sera sull'iniziativa a sfondo sociale da tempo promossa dal club nerazzurro.
In progetto prese piede nel lontano 1997, "quando mio padre Massimo restò affascinato dal potere comunicativo della squadra e decise di “sfruttarlo” sul piano sociale" racconta Carlotta Moratti, figlia dell'ex patron del Biscione. "Vari enti universitari nel mondo, uno per tutti il centro per i diritti umani dell’Ateneo di Padova, stanno valutando il nostro impatto sui Paesi e i risultati sono molto positivi - aggiunge -. Ci teniamo che abbiano le maglie della prima squadra. All’inizio si aspettano i soldi, i campioni, che li portiamo via. Ma se c’è fraintendimento iniziale, svanisce molto in fretta: capiscono che sei lì per portare qualcosa e non per prendere".
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