GdS - Dalla tattica alla psicologia: la strategia di Inzaghi per battere Guardiola
Fonte: Gazzetta dello Sport
Simone Inzaghi studia l'avversario e prepara una strategia per provare a battere quella che è stata definita la squadra più forte del mondo. Il City diu Guardiola fa impressione, ma l'Inter non intende partire battuta. Anzi. La Gazzetta dello Sport racchiude in alcuni punti l'idea del tecnico nerazzurro per portare a casa la coppa.
LA LEZIONE - Un esempio recente di come affrontare il City senza esserne travolti è la partita del Real Madrid al Bernabeu, nell'andata delle semifinali. Il City può ingolfarsi se non riesce a concretizzare e poi subire le ripertenze. Al contempo, non bisogna abbassarsi troppo come fatto da Ancelotti in Inghilterra.
LA STRATEGIA - E allora nessun catenaccio. La linea difensiva nerazzurra dovrà essere coraggiosa e aggredire l'avversario senza ovviamente scoprirsi troppo. In particolare Dumfries e Dimarco dovranno resistere alla tentazione di abbassarsi in maniera eccessiva per non "portarsi in casa il nemico".
IL PERICOLO - Haaland resta chiaramente il pericolo numero uno e servirà un lavoro di squadra per arginarlo. Ad esempio, lo schermo davanti alla difesa (Brozovic?) risulterà fondamentale affinché non gli arrivino palle pulite. Assieme a lui servirà il lavoro delle mezzali per ingabbiare l'estro dei trequartisti di Pep.
L’ATTACCO - Il rischio che potrebbe correre l'Inter è quello di avere attaccanti un po' isolati dal resto del blocco-squadra proprio considerando la grande mole di possesso palla del City che costringerebbe i nerazzurri ad arretrare il baricentro. Fondamentale, quindi, sarà il movimento di Lautaro e la lucidità di Dzeko nel giocare il pallone. Le caratteristiche di Lukaku potrebbero apparire più adeguate al tipo di gara, ma il belga sarebbe anche un'arma eccezionale a gara in corso, con gli avversari stanchi.
LE ALTRE MOSSE - L'aspetto fondamentale, alla fine, potrebbe risultare quello psicologico. L'Inter arriva alla finale estremamente carica, consapevole e in uno stato psico-fisico forse mai avuto in stagione. Al City potrebbe pesare l'obbligo di vittoria sia a livello di club che di tecnico: Guardiola a livello di Champions è fermo al 2011...