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GdS - L'Inter si scontra ancora contro i rigori, ma stavolta esagera. E se Chivu avesse sbagliato?

di Egle Patanè

"Ancora una tragica fine per l'Inter, che si scontra nuovamente contro il muro 'rigori'". I nerazzurri hanno "da sempre un rapporto controverso col dischetto", ma "stavolta si è superata perché, forse, non aveva mai calciato tanto male come in Arabia" fa notare la Gazzetta dello Sport che a proposito della sfida persa contro il Bologna ricorda "gli ultimi minuti confusi". Pio Esposito "si riscalda convinto e poi sul più bello non entra", Calhanoglu, specialista dagli undici metri, era atteso da tutti ed è rimasto seduto in panchina. panchinari. "Entrambi sarebbero serviti", ma il romeno "ha preferito non farli entrare con la sola consegna del rigore: il calcio a freddo, moltiplicato dalla tensione nervosa, espone sempre a rischi" nel caso di Calha, e per proteggere Esposito dalle eventuali gogne mediatiche "in caso di eventuale errore". 

"E se avesse sbagliato?" è la provocazione della Gazzetta: "Alla prova dei fatti, comunque, Chivu non pare averci preso e sui social queste scelte sono diventate argomento di conversazione tra tifosi delusi. Certo, la sfortuna ha avuto un peso nell’esito della lotteria: appena prima della fine, Zielinski, uno dei tiratori designati, ha chiesto il cambio per dei crampi dispettosi al flessore che frenavano la corsa". Gli erroracci dal dischetto comunque continuano a perseguitare i nerazzurri che negli anni hanno visto sbagliare il "genio scapigliato" di Beccalossi, due volte in uno stesso match di Coppa delle Coppe del 1982 contro lo Slovan Bratislava: c’era poesia nei riccioli, Paolo Rossi la trasformò in monologo teatrale. "Per ritrovare un precedente simile si torna a San Siro nel settembre ’91: col Verona in A sbagliarono giganti come Matthäus e Brehme, poi Ciocci", ma anche Recoba... fino a Lautaro e persino Calha. "Dopo l’ultima serie di rigori sauditi tanto controversa e dolorosa, con sbagli pacchiani e mancati battitori, alla ripresa lo stesso Chivu potrà affrontare l’argomento in prima persona: in un quarto di Coppa Italia 2011 col Napoli l’ultimo e decisivo battitore nerazzurro era romeno, e oggi fa l’allenatore".


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