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GdS - Onana, grande reattività e modello Valdes. Però mai farlo arrabbiare: c'è un aneddoto

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Approfondimento della Gazzetta dello Sport oggi su André Onana, cresciuto notevolmente in questi mesi. Sul carattere: "Ad Appiano se ne accorsero subito e un alto dirigente glielo disse pure: «André, tu hai personalità, forse ne hai pure troppa...». Avvertimento, ma pure complimento: in una squadra con carenza di leadership, serviva un caratterino così. Del resto, se non lo si ha, non si arriva all’Inter e in tre mesi si fa la rivoluzione: pensionare Samir Handanovic prima di Onana era un’allegra utopia. Le intemperanze verbali con il suo c.t. Rigobert Song, che gli hanno fatto perdere il Mondiale, non si sono mai viste alla Pinetina con Inzaghi. Anzi, André con curiosità sta scoprendo un nuovo modo di allenarsi. Mai, però, farlo arrabbiare, come sa bene Dzeko, che col Porto lo aveva redarguito per un mancato passaggio: la furia di Onana contro il compagno si è vista in tv e poi il duello è proseguito durante l’intervallo. Parole grosse e adrenalina pura, tutto sciolto poi da una dolce vittoria: a fine
gara André ed Edin si sono abbracciati e ci hanno riso su".

A livello tecnico, si nota la sua grande abilità con i piedi. E c'è un modello preciso: Victor Valdes. "Con le manone, che si muovono veloci, arrivano le parate istintive. Le migliori. Anche se a volte qualche palla scivola ancora, gli interventi contro il Porto sono l’esempio di dove Onana possa arrivare, di quanto sia grande la reattività tra i pali. Ma sono i piedi il suo vanto più grande:
li usa come un vero regista arretrato, con coraggio e a costo di sbagliare, perché così ha imparato da bambino. Contro il Porto André aveva gestito male i primi palloni da dietro e qualcuno a San Siro aveva iniziato a mugugnare per l’esagerata disinvoltura, ma il camerunese non ha cambiato di un’unghia il suo atteggiamento spavaldo. Del resto, negli anni passati alla Masia studiava Victor Valdes, il guardiano del Triplete di Pep Guardiola, e sognava di essere lui. Una volta, nel 2011, a furia di non buttare mai la palla, il catalano regalò una storica rete a Benzema in un Clasico, ma Onana fu colpito più dalla sua reazione che dall’errore: Valdes continuò a rischiare come se niente fosse successo e vinse 3-1 al Bernabeu. Da quella partita André ha costruito il suo motto: mai cambiare se stessi".


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