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TS - Conte, primo ritorno da ex nella San Siro nerazzurra. E anche con Marotta sarà la prima da avversari

di Egle Patanè

Quello di domani non sarà solo il semplice ritorno degli ex, con Antonio Conte e Romelu Lukaku a fare da portabandiera, ma anche l'uno contro uno tra l'ex allenatore dell'Inter e colui che all'Inter, ai tempi, lo portò: Beppe Marotta. Il dirigente varesino, oggi presidente della Beneamata ritroverà per la prima volta da avversario il condottiero di Lecce che a sua volta tornerà dove vinse l'ultima volta trovandosi di fronte anche l'ex 'maestro'. 

I due, che insieme hanno vinto tanto, "si vogliono ancora bene" e Tuttosport ricorda come Marotta, in passato, assecondava i desideri di Conte che a sua volta lo ripagava portando risultati: alla Juventus quanto all'Inter. Ed è proprio a Milano dove l'oggi presidente nerazzurro decise di portarlo nel lontano 2019, qualche mese dopo il suo arrivo a Milano (dicembre 2018). "Marotta scelse lui e lo chiamò a Milano. I due insieme hanno ricostruito in nerazzurro quel binomio vincente già all'opera a Torino: Marotta a guidare il club e accontentare le richieste del tecnico; Conte in campo, e non solo, a dare all’Inter un’identità vincente. Un secondo posto, una finale di Europa League e il 19° scudetto dell’Inter nell’annata ’20-21. Il tutto con tre estati tumultuose" ricorda il quotidiano torinese.

"La prima per cercare di arrivare a tutti gli obiettivi che la proprietà aveva promesso a Conte e che la dirigenza guidata da Marotta col ds Ausilio doveva raggiungere", fatta a suon di milioni: 200 quelli spesi in quella sessione di mercato estiva. "La seconda, nel 2020, sembra già quella dell'addio, con i tormenti di Conte per un mercato che, dopo il colpo Hakimi, complice la pandemia Covid, non sarebbe stato all'altezza delle sue aspettative per raggiungere lo scudetto. Grazie anche alla mediazione di Zhang, Marotta convinse Conte a proseguire, a non gettare all'aria il progetto iniziato dodici mesi prima e così arrivò il titolo nell'annata '20-21", titolo che però non bastò a trattenere il salentino che scoraggiato dalla cessione di Hakimi salutò abbandonando la nave. "Non c'erano le condizioni per continuare, non c'erano quelle per trattenerlo", e pure le strade tra Conte e Marotta si separarono seppur senza alcuna nessuna frattura e l'affetto rimasto reciproco. "I due domani si abbracceranno prima della battaglia in campo: lì Conte se la vedrà con Inzaghi, Marotta fremerà in tribuna sperando che il 'figliol prodigo' non raggiunga quel risultato che insieme hanno spesso ottenuto".


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Giovedì 14 novembre