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TS - Da Antognoni a Eriksen fino a Manfredonia: quanti casi come Bove nel calcio

di FcInterNews Redazione

L'edizione odierna di Tuttosport ripercorre i precedenti simili a quelli di Edoardo Bove, partendo da quello riguardante Davide Astori, scomparso improvvisamente il 4 marzo 2018 mentre era in ritiro con la Fiorentina

Il 22 novembre 1981, invece, sempre con la Fiorentina accadde il dramma di Antognoni. Al 55' della gara casalinga contro la fiorentina fu colpito alla testa dopo uno scontro di gioco con Silvano Martina e il cuore si fermò per circa trenta secondi. Si vissero scene simili a quelle di ieri, con i compagni disperati a chiamare i soccorsi. Il massaggiatore della FiorentinaRaveggi, estrasse la lingua e praticò la respirazione bocca a bocca salvando la vita al calciatore. Dopo lunga convalescenza riprese a giocare.

All'Inter è invece capitato con Christian Eriksen, anche se in una gara della nazionale danese. Fu colto da infarto durante gli Europei nel 2021, rianimato grazie a massaggio cardiaco e defibrillatore. E' tornato a giocare con impianto sottocutaneo, ma non in Serie A. Più recente il malore di Evan N'Dicka, lo scorso aprile. Il calciatore riprese conoscenza in pochi minuti.

Ancora più indietro nel tempo Lionello Manfredonia, nel 1989, arresto cardiaco durante Bologna-Roma e due giorni di coma dopo i quali si risvegliò ma senza più poter proseguire nell'attività agonistica.

Come detto c'è anche chi non ce l'ha fatta, oltre ad Astori si ricordano i casi di Renato Curi e Piermario Morosini, entrambi avvenuti sul terreno di gioco. Curi fu colpito da arresto cardiaco durante una sfida contro la Juventus il 30 ottobre 1977, Morosini in Pescara-Livorno del 14 aprile 2012. 

All'estero Tom Lockyer, capitao del Luton, colpito da infarto e salvato proprio dal defibrillatore con cui già giocava. Sempre il defibrillatore ha salvato la vita a Fabrice Muamba, centrocampista congolese del Bolton, per 78' senza conoscenza dopo un infarto, mentre Abdelhak Nouri nel 2017 si risvegliò dal coma artificiale per un’aritmia cardiaca durante un’amichevole in Austria, con danni cerebrali permanenti. 


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