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Inter-Roma, Abodi e Cottarelli sulle differenze tra le città e i tratti in comune. A partire dai progetti sui nuovi stadi

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Stasera al Meazza si affrontano Inter e Roma, due club che rappresentano anche le due più grandi città italiane. La Gazzetta dello Sport ha intervistato Andrea Abodi e Carlo Cottarelli proprio per parlare a più ampio raggio di cosa rappresenti questa sfida, tra contrasti e punti d'incontro.

Andrea Abodi, presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo: "In termini di decoro, di servizi pubblici, di qualità del manto stradale e di trasformazione urbana le due città sono distanti anni luce. Però, quando si tratta di stabilire un’agenda infrastrutturale sportiva, tutte e due le città incontrano delle difficoltà. La vicenda San Siro, in qualche modo, avvicina Milano alla Capitale. Anzi, mi sembra che a Roma il discorso sia ripartito, seppure tra le difficoltà, mentre a Milano il progetto del nuovo San Siro si è già impantanato. A Milano l’approccio dell’iter per il nuovo impianto non è stato dei più felici. Si è pensato, erroneamente, che la progettazione potesse anticipare la concertazione, doverosa, con le altre parti coinvolte, innanzitutto l’amministrazione. Prendiamo il Meazza, sulla cui utilità futura è doveroso riflettere, si è pensato di cancellarlo con un tratto di penna".

L'economista Carlo Cottarelli, interista doc, dice: "Da osservatore credo che sia necessario per i club italiani avere impianti moderni - spiega -. Non so quanto possa costare rinnovare San Siro, Milano rispetto a Roma ha anche un problema di affetto verso un simbolo della città. Di sicuro resterei nella stessa zona, non andrei altrove. Eppure Torino e Udine hanno segnato la via. Un nuovo impianto aiuterebbe le società anche ad aumentare il tasso di vivibilità dell’evento sportivo. Si chiama educazione, in un contesto diverso, di fronte a famiglie, sarebbe più complicato anche rendersi protagonisti di insulti o razzismo".


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