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Italia al Mondiale? Materazzi: "Bisogna fare una distinzione fra la normativa e le regole dette del buon senso"

di Stefano Bertocchi

"È scandaloso che l’Italia, in quanto campione d’Europa, non sia ammessa in automatico, con un invito, al Mondiale". Il concetto espresso da Roberto Baggio trova la sponda di Marco Materazzi, intervistato oggi da La Gazzetta dello Sport. 

Materazzi, ha ragione Baggio a parlare di follia?
"Anzitutto quando parla Baggio ci si alza in piedi. Primo: perché è stato una leggenda, e quello che dicono le leggende va ascoltato, e valutato, a prescindere. Secondo: perché Roby parla pochissimo, e in genere chi dosa le parole dice cose sensate, quando decide di uscire dal silenzio».

Ok, ma non ha risposto: l’Italia doveva essere al Mondiale?
"Bisogna fare una distinzione fra la normativa in quanto tale e le regole dette del buon senso. Se guardiamo alle “leggi”, non ci siamo qualificati e stop. Poi si possono aprire cento parentesi. Ad esempio: una vittoria della Champions, che garantisce la Champions successiva, vale più di una vittoria dell’Europeo che non assicura il Mondiale? E la vittoria dell’Europa League che apre le porte per la Champions? Ma per restare in tema, il campionato europeo è un torneo enorme, oggettivamente lo giocano le migliori squadre del mondo, a parte Brasile e Argentina. E vincerlo è un’impresa, lo vince una squadra che è sicuramente molto forte".

Quindi?
"Quindi è per questo che parlo di buon senso: garantire ai migliori d’Europa di poter dimostrare anche al Mondiale di aver meritato quel titolo ha una logica. Che è calcistica, quasi emozionale. Non parlo di una regola fatta ad hoc per l’Italia, ovviamente: una regola che doveva esserci già, come nel calcio ce ne sono altre simili. Anche se è chiaro che Baggio ha parlato così per coinvolgimento, direi quasi per amore visto quanto è stato legato a quella maglia. Solo in una cosa non sono d’accordo con lui".

Cioè?
"Ha detto che in una partita di 90’ può succedere di tutto, basta un’azione storta per restare a casa. Non siamo rimasti a casa dal Mondiale solo perché non abbiamo battuto la Macedonia. E nessuno, neanche Mancini che è stato molto onesto, ha negato che sono stati fatti degli errori".

Lei che ha vinto il Mondiale può dirlo: dopo un trionfo così grande, può subentrare una sorta di appagamento?
"Io sono il meno indicato a dirlo: la stagione 2006-2007 è stata la migliore della mia carriera, a parte i 10 gol segnati in campionato. Ma io dopo il caso Zidane sapevo di non poter sbagliare nulla e mi ero imposto una concentrazione feroce per dimostrare che nulla era successo per caso. Diversi miei compagni hanno confessato di aver accusato, di essersi sentiti un po’ scarichi. Quel Mondiale era stato una magia per tante cose, ma le magie non durano in eterno".


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