"La Stoppa" sta per Stoppini? Un probabile equivoco che scatena l'ira della Gazzetta contro Spalletti
Fonte: Gazzetta dello Sport
Duro attacco di Andrea Monti a Luciano Spalletti sulla Gazzetta dello Sport. Una reazione scaturita da una frase in particolare proferita ieri in conferenza stampa dal tecnico nerazzurro e, con ogni probabilità, male interpretata dalla Gazzetta dello Sport. Quando Spalletti parla de "La stoppa", infatti, verosimilmente intende riferirsi genericamente al "ciarpame", al "pattume", a un modo di fare giornalismo che evidentemente non condivide, al contrario di quello che invece fanno "i giornalisti seri". "Non ce ne frega nulla di quello che scrive la stoppa. La stoppa può scrivere quello che gli pare, i giornalisti seri la scrivono in maniera seria", testuale. Qui nasce il fraintendimento, come si evince leggendo il pezzo di Monti.
"Luciano Spalletti ha un talento speciale, e recidivo, per mettersi nei guai con le parole. Che abbia ragione o torto, la sua oratoria dannunziana, iperbolica, condita di livori, quasi sempre oscura, tende a trasformare ogni conferenza stampa in una chiamata alle armi degna del Vate, a cui se fate caso un po’ somiglia… Un appello a legioni immaginarie contro il potere e i nemici che lo circondano, che tramano nel buio e vogliono la sua rovina. È accaduto a Roma anni fa, torna a succedere a Milano.
Ieri, di fronte a una nutrita platea di giornalisti, il nostro si è esibito in un attacco frontale a un misterioso (si fa per dire) «Stoppa», o «la stoppa», e al quotidiano su cui scrive, accusandoli di fare cattiva informazione per partito preso con il solo scopo di danneggiare l’Inter e chi la allena. Non occorre essere maliziosi per riconoscere nel reprobo «Stoppa» il nostro ottimo collega Stoppini, colpevole di aver raccontato sulla Gazzetta il disagio del club nei confronti del tecnico per l’ultima sortita televisiva sul caso Icardi.
Evidentemente una ricostruzione per nulla falsa, se è vero che Spalletti ha dovuto esibirsi in un’inversione a U da ritiro della patente convocando Icardi titolare, specificando che, con la sua maglia addosso, «vale più di Messi e Ronaldo insieme» e lodando le arti mediatorie («determinanti», quindi non «umilianti») di Beppe Marotta.
Resta solo da capire perché mai, e con quale tornaconto editoriale, la Gazzetta dello Sport dovrebbe avercela con lui o con l’Inter, squadra per cui tifano molti suoi lettori… Ma nel magico mondo di Luciano ci sta tutto. Compreso il rischio che D’Annunzio lasci il posto al ragionier Fantozzi proprio nel giorno in cui i nerazzurri fanno visita a Genova, la sua città. «Spalla», chi ha fatto palo?".
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