Malesani: "Conte non mi ha sorpreso, compito tosto per Inzaghi"
di Alessandro Cavasinni
Cosa ha insegnato Mancini con la sua Italia?
"La cosa più importante e che dovrebbe essere primordiale per un c.t.: vincere. Quando uno fa il c.t. deve vincere. E sa come ha fatto? Lo ha detto e fatto capire dal primo minuto. Così si fa. Affinché tutti se ne rendano conto. Se il gruppo recepisce, e ha recepito, ecco il trionfo. La verità è che siamo tornati ai tempi in cui l’Italia pretende di vincere. E lo ha fatto coi giovani. Ha creato un gruppo straordinario. Ha dimostrato al mondo che coi giocatori al posto giusto si vince. E noi ci siamo divertiti. Come loro. Eravamo abituati al fatto di dire: la Spagna è forte e domina. La Francia è forte e domina. Alt: l’Italia è tornata dominante".
Il ritorno di Mourinho in Serie A come lo legge?
"Dopo un anno di stadi vuoti, di appiattimento, una stagione in cui si è cercato di fare almeno il minimo per la pandemia e tutto il resto, beh, adesso c’è una sorta di Rinascimento. Mou porta freschezza di immagine e comunicazione, ed è bravo come tattico, non soltanto come motivatore. Il suo ritorno lo trovo molto interessante. Molto".
L’addio di Conte l’ha sorpresa?
"No. Me l’aspettavo. Per come si era messa la situazione durante l’anno, per certe sue esternazioni, beh, pensavo succedesse proprio questo. Che lui se ne sarebbe andato. È stato in linea coi propri principi e dopo aver fatto un lavoro straordinario con l’Inter. Appena capisce che la società non riesce a seguirlo lui prende e va. Simone Inzaghi? Ha un compito tosto: deve confermare in alto l’Inter, la squadra più forte che si giocherà il campionato con la Juve. Il Milan? Mai smettere di migliorarsi...".
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