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Marani: "Agnelli-Moratti, Suning-Marotta: incrocio Inter-Juve dopo il Grande Odio post-Calciopoli"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Tuttosport

"È stata la settimana dell’en plein delle squadre italiane in Champions. Non accadeva dal 2005. Ed è stata la settimana di un fatto molto importante: la candidatura di Massimo Moratti in Figc da parte di Andrea Agnelli, unito all’interessamento di Suning per Marotta. Un incrocio di strade, quello tra Juve e Inter, che in questa misura non si registrava dai tempi di Calciopoli, anno 2006. La vicinanza tra le due date non è casuale". Questo quanto evidenzia Matteo Marani sulle pagine di Tuttosport

"Penso, e non sono l’unico, che Calciopoli abbia segnato un bivio nella storia del nostro pallone - spiega Marani -. Non è un caso che a quell’anno risalga l’ultimo, straordinario trionfo al Mondiale. E che da allora la Nazionale, eccetto un buon Europeo con Prandelli, abbia solo rimediato figuracce in serie. Calciopoli non è stato dannoso unicamente per la caduta della Juve, poi risalita e tornata a vincere. Malgrado questo recupero, il nostro movimento – parlo di quello complessivo – ha stentato a tornare competitivo. Calciopoli è stata deleteria perché ha messo contro i due principali club del Paese, le squadre che Gianni Brera accomunò nella felice espressione del derby italiano. Senza risparmiare vivi e morti. Cartonati contro rubentini, prescritti contro ladri. Tutto così, ogni giorno una valanga di insulti – preferibilmente via social - in un linguaggio astruso, demenziale, di cui ammetto la difficoltà a capirne il significato semantico. Quello che le nostre insegnanti avrebbero definito un linguaggio lutulento, dentro cui ho visto sguazzare ahimè anche qualche collega. Per il Grande Odio si sono bloccati trasferimenti di mercato, si è screditato chiunque cercasse di costruire un ponte, un dialogo fra Milano e Torino. Financo ad Andrea Agnelli, con quello che ha vinto e con quello che ha dato alla causa, hanno rinfacciato il pranzo (poi saltato) con Moratti. È un po’ la storia di un Paese sottomesso, capace di farsi la guerra tra le mura medievali e di lasciare campo aperto agli Imperatori tedeschi, francesi o spagnoli. Invece di Federico, Filippo e Massimiliano, gli invasori di oggi si chiamano Premier League, Bundesliga e Liga. Eppure c’è stato un tempo, forse irripetibile, in cui la rivalità era altrettanto sentita, ma si giocava sul garbo, sull’ironia. Mentre i Moratti e gli Agnelli siedevano assieme al comando del Corriere della Sera, i loro rappresentati in campo si punzecchiavano con stile. Le battute di Boniperti, il sarcasmo di Prisco, la raffinata perfidia di Helenio Herrera contro Heriberto Herrera - HH1 contro HH2 - fino a quella dell’avvocato Agnelli sul cuoco che si è comprato l’Inter. Che tempi, che stile. L’ostile, il veleno di oggi, ha finito per bloccare gli ingranaggi. Visto da fuori, da una posizione terza, tutto questo livore ha finito solo per danneggiare l’intero movimento. Quando la Procura di Napoli chiudeva l’indagine che avrebbe poi portato a Calciopoli, nascevano in quei mesi tanti bambini italiani. Che oggi hanno 13 anni, frequentano la terza media, pensano al liceo e al futuro che verrà. Speriamo il migliore per loro. Ecco: proviamo anche noi a guardare in avanti".

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