Marani: "Inter e Milan cresciute tanto da quel 9 febbraio. Speriamo che il virus non disturbi il derby"
Fonte: Tuttosport
"Dall’ultimo derby di Milano sembra passato un secolo. Invece era appena il 9 febbraio, otto mesi fa. Il Milan, reduce dall’esonero di Giampaolo e dai problemi iniziali di Pioli, vedi la trasferta di Bergamo, quella sera confermò che qualcosa era scattato. Segnò Rebic su giocata di Ibrahimovic, che poi raddoppiò con la sua straripante forza. L’Inter rimontò con Brozovic e Vecino, poi vinse con i gol di De Vrij e Lukaku". Lo ricorda Matteo Marani oggi su Tuttosport. "Da quel giorno è cambiato quasi tutto. Nessuno poteva immaginare che il calcio e l’intero mondo si sarebbero bloccati da lì a qualche giorno, facendo del derby di sabato prossimo il primo giocato a porte (quasi) chiuse e in tempo di pandemia - spiega Marani -. Da allora l’Inter è cresciuta tanto, tantissimo, perché ha chiuso il campionato con 82 punti, cifra mai toccata dai tempi del Triplete di Mourinho, e perché ha vissuto un agosto decisivo, arrivando a una impensabile – a febbraio – finale di Europa League. Aggiungiamoci gli acquisti di Vidal, Hakimi, Kolarov, oltre al prezioso rinnovo con Sanchez. Una squadra finalmente strutturata per competere per lo scudetto".
Ma il Milan viaggia a punteggio pieno e il recupero di Ibrahimovic - unito alle assenze per Covid-19 nell'Inter - lo pone quasi favorito. "Milan e Inter arrivano a questo derby con ambizioni ritrovate, trasferendo alla partita un significato e aspettative che si erano perdute - sottolinea Marani -. Da dieci anni, dal Milan di Allegri 2010-11, la città non assapora lo scudetto. Non era mai successo, nell’intero Dopoguerra, che il digiuno fosse così lungo per la capitale economica del Paese, la nostra locomotiva. Conte è l’uomo che può riportare l’Inter al tricolore dopo Mourinho, grazie alla sua capacità straordinaria di tecnico vincente, Pioli aspira al ritorno rapido in Champions, dove il Diavolo manca da più di sei anni. Che derby bello, importante, prezioso. E speriamo che il virus non lo disturbi troppo".
A qualche giorno dal derby di Milano, condizionato dalle assenze a causa del Covid, un ruolo fondamentale, più delle altre volte, potrebbero recitarlo Samir Handanovic e Gianluigi Donnarumma. A parlarne è un veterano dei pali nerazzurri, Luca Castellazzi, nerazzurro per quattro stagioni. "Magari non sarà già una gara determinante, ma può dare delle indicazioni per il prosieguo del campionato", dice l'ex estremo difensore a Il Giorno.
È una stracittadina che si può decidersi tra i pali?
"La fortuna di Inter e Milan è avere in porta due certezze per la presenza e la costanza di rendimento. Handanovic fa pochi errori, in un'Inter che va bene possono anche incidere meno come è accaduto a Benevento. Donnarumma ha dalla sua la carta d'identità, anche se poi di esperienza per essere un '99 ne ha tantissima. Entrambi stanno diventando portieri moderni".
In questo chi ha fatto i miglioramenti più evidenti?
"Lo sloveno è cresciuto molto negli ultimi due anni. Il ruolo impone di essere un giocatore di movimento che usa le mani. Spesso alcuni disimpegni mettono un po' in allarme il tifoso, ma il calcio ha virato verso questa interpretazione".
La scuola italiana è ancora un punto di riferimento nel mondo?
"Bisogna sempre avere un'apertura mentale nel comprendere altre metodologie. La famosa "croce" della scuola tedesca può essere vantaggiosa nel gesto tecnico dell'uscita in uno contro uno dove lo spazio con l'attaccante è minimo. Vedo tanti portieri tedeschi che la fanno anche su tiri da venti metri e non capisco il senso. La scuola italiana è qualificata, ha istruttori bravissimi. Siamo sempre stati al top e non penso che abbiamo perso qualcosa".
L'allarme Covid influirà su questa gara e in generale sul campionato?
"È evidente che eventuali casi potranno togliere giocatori importanti, come è già successo. Ci saranno delle variabili che creeranno scompiglio nelle squadre. Non è facile nemmeno per chi è al loro fianco e magari è negativo, ma sapevamo che per far ripartire il calcio bisognava prendere dei rischi".
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