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Marani: "L'Inter-Juve di stasera è un Derby di... taglia"

di Alessandro Cavasinni
"Derby di taglia, più che d’Italia. Di taglia per stabilire quale sia la misura reale di Inter e Juventus e quali siano le rispettive speranze dentro un campionato sin qui dominato dal Napoli di Spalletti e dal Milan di Pioli. La notizia vera è che, dopo 10 anni di successi bianconerazzurri, nove juventini e uno interista, per la prima volta il duopolio è conteso da altri". Lo scrive Matteo Marani oggi su Tuttosport. "Inter e Juventus arrivano alla sfida di stasera in modi opposti. La Juve ha iniziato malissimo il campionato, con due punti nelle prime 4 gare, e ha accelerato nella seconda fase, con un poker di successi giunti tutti con un unico gol di scarto. L’Inter è partita bene e ha frenato di recente, con 4 punti nelle ultime 3 uscite e, soprattutto, l’ultima, cocente sconfitta all’Olimpico contro la Lazio. Ma diverso è pure il loro modo di interpretare le partite: la Juve è tornata più allegriana di Allegri, in una sorta di controriforma da Concilio di Trento. L’Inter gioca in modo contrario, non solo dalla Juve, ma dal passato recente. Cerca una manovra più corale, una maggiore costruzione. Ha cioè messo da parte il sacrificio ossessivo professato da Conte, e prova a giocare in modo nuovo, coi movimenti di Dzeko, prima punta ben differente da Lukaku. Il bosniaco non cerca la verticalità come faceva il belga, ma si abbassa a cucire il gioco, da regista offensivo. In questo modo, prima di arrivare in fondo, l’Inter passa per un numero maggiore di passaggi e per un baricentro che finisce inevitabilmente per alzarsi. A fronte del migliore attacco, ci sono le maggiori difficoltà difensive. Skriniar, De Vrij e Bastoni (stasera crediamo preferito al più esuberante Dimarco, che pure piace molto a Inzaghi) sono tre ottimi difensori, ma già un anno fa - con gli stessi protagonisti - Conte fu costretto a mettere una barriera a centrocampo. Ed è lì che i movimenti più avanzati di Barella, un’arma meravigliosa per l’Inter, stanno togliendo alla squadra il Barella di lotta. È più bello il primo, ma forse serve di più il secondo".
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