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Materazzi: "Mou è lo stesso di sempre. C'è un aneddoto che dice molto"

di Alessandro Cavasinni
Per Marco Materazzi, Roma-Inter con Mourinho di mezzo significa soprattutto la finale di Coppa Italia 2010. "José si infuriò perché prima della partita suonarono l’inno della Roma: erano loro in casa, non poteva farci niente, ma era quello il suo particolare modo di spronarci. Nessuno sa giocare sulla psicologia come lui e poi aveva costruito una squadra che era più forte di tutte le avversità", ricorda oggi alla Gazzetta dello Sport, alla vigilia di un Roma-Inter che stavolta vedrà il portoghese sulla panchina giallorossa.

Ma a Roma c’è ancora quel Mourinho là?

"Lui è lo stesso di sempre, per me non è cambiato. Adesso è in una piazza diversa, non facile ma stimolante: è come se fosse un “reset” nella carriera ed è chiaro che, al di là di questa partita in cui siamo avversari, tutti facciamo e faremo sempre un po’ il tifo per lui".

Ma cosa ci sarà nel cuore di Mou prima di questa sfida?

"Nel suo cuore c’è giustamente solo la Roma: è un dipendente del club, un professionista, e vorrà vincere. Proverà quello che proveranno tutti gli interisti: amore e ricordi fino al fischio iniziale, poi sarà battaglia".

Un ricordo mourinhiano che le nasce prima della partita?

"Giochiamo contro la Lazio proprio tre giorni prima di quella finale di Coppa Italia contro la Roma. La partita è in controllo e io sono in panchina, poi José si gira e mi dice queste testuali parole: “Ti va di giocare dall’inizio mercoledì?”. Così, dal nulla: chi altro l’avrebbe detto in quel momento? Mi spiazzò, ma mi fece molto felice. Questo racconta molto del rapporto che riusciva ad avere con i suoi giocatori".

 

 
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