Mazzola: "Altro che catenaccio, la Grande Inter dava spettacolo. E questa può battere il City"
Sandro Mazzola è uno di quelli che la Champions League, allora Coppa dei Campioni, l'hanno conquistata. Due volte. "Riuscimmo a vincere contro la squadra dei miei sogni - dice a Il Giorno ricordando il primo successo - E questo le fa capire quanto fu importante alzare la Coppa dei Campioni a Vienna dopo aver rifilato tre gol al Real Madrid".
"Di Stefano per me era una sorta di Dio del calcio, la persona che avevo sempre ammirato. Vederlo da vicino quasi mi traumatizzò. Puscas mi venne incontro a fine partita, camminando molto lentamente e dicendomi: ‘Ragazzo ho giocato contro tuo padre...sei degno di lui. Questa è per te’. Mi diede la camiseta del Real. Resta il mio più bel ricordo". In effetti Mazzola fu determinante, realizznado una doppietta. "Mai ho festeggiato così tanto una rete, soprattutto la prima. Mi lasciai andare perché mi resi conto di aver firmato un’impresa memorabile. Il nostro grandissimo capitano Picchi sollevò la coppa e facemmo un bellissimo giro di campo. Ogni tanto col suo permesso potevamo toccarla e alzarla, ma non troppo. A tutti noi sembrava un sogno. Al ritorno in albergo non riuscivamo a prendere sonno, rimanemmo in piedi tutta la notte a parlore".
Il "Baffo" ne approfitta per sfatare un luogo comune. "Non scherziamo, quale catenaccio? Rivedetevi le partite, noi giocavamo bene, ed eravamo spietati in attacco. La Grande Inter segnava tanti gol. L'Inter di oggi? C’è poco da discutere, ha meritato la finale e ancora una volta il Milan ha dimostrato di essere inferiore (sorride, ndr). Sono stati tutti davvero bravi, ma ammetto che non credevo arrivassero fino in fondo. Ora sarà dura vincere la coppa però col carattere dimostrato dalla squadra può succedere di tutto». Per i nerazzurri non esistono missioni impossibili. E poi in una partita secca di questi tempi può davvero succedere di tutto".