Milan, Leao: "Le rimonte con Juve e Inter dimostrano una cosa. Vincere un derby in quel modo..."
Fonte: Gazzetta dello Sport
Lunghissima intervista della Gazzetta dello Sport a Rafael Leao. Ecco alcuni frammenti delle parole dell'attaccante del Milan.
Rafa entra e decide il derby di Supercoppa...
"Non penso a me. L’immagine più forte che mi porterò dentro da Riad è quella di tutto il gruppo che festeggia il gol di Abraham. Un momento di gioia condiviso. Un ricordo che mi resterà per sempre e che certo racconterò ai miei bambini".
Si è rivisto un senso di unità e condivisione: è stato Conceiçao in pochi giorni a restituirlo?
"Ha portato energia e una nuova mentalità. Così siamo arrivati a vincere la Supercoppa e farlo è stato importante per tutti. Per noi che siamo qui da tanto tempo e per i nuovi, che così hanno capito cosa significhi alzare un trofeo con il Milan. Io qui ho già conquistato uno scudetto, che è la cosa più grande da vincere dopo la Champions, ma con le parole non sono mai riuscito a descrivere cosa avevo provato. Adesso certe sensazioni le hanno provate tutti e dobbiamo andare avanti su questa strada. Vincere un derby in quel modo è stato stupendo: ci ha ricordato che siamo sulla strada giusta per mettere in bacheca altri titoli importanti".
Dopo lo scudetto 2021-22, avrebbe mai pensato di dover attendere due anni e mezzo per festeggiare un altro trofeo?
"È stata dura, ma a volte il calcio è così. Con questa nuova direzione (intende dopo il cambio di proprietà, ndr ) l’ambizione è sempre stata quella di vincere, ma certi processi hanno bisogno di tempo. Finalmente abbiamo conquistato un trofeo importante come la Supercoppa e ora bisogna continuare a fare le cose nel modo giusto. Indossare questa maglia ogni partita è una responsabilità e un onore. Tutti stanno facendo un grande lavoro".
Quindi per alzare il prossimo trofeo non aspetterà altri due anni e mezzo?
"Sicuramente no. Qualcosa in noi è cambiato".
Cosa?
"L’energia e mentalità di cui parlavo prima si sono viste contro la Juve e contro l’Inter. Chi era fuori per infortunio ha scelto di essere “dentro” la squadra, di dare il suo contributo dalla tribuna: è stato uno step in più. Un messaggio per noi e per gli altri. E infatti sento che ora, prima di entrare in campo, anche gli avversari ci percepiscono in maniera diversa. Le due rimonte vittoriose lo confermano".