.

Plusvalenze, TS 'difende' la Juve attaccando Inter e Milan: "Vennero prosciolte. Sanzioni? Meno di un buffetto"

di Stefano Bertocchi

Tuttosport continua la sua chiara battaglia a difesa della Juventus, impicciata nell'inchiesta plusvalenze (in quello che la Corte federale d'Appello definisce come un vero e proprio 'sistema' studiato e guidato dal club bianconero) parlando oggi anche di Inter e Milan e tornando indietro nel tempo fino all’aprile del 2005, quando la Procura di Milano inviò avvisi di garanzia ai dirigenti di Milan e Inter «per avere esposto nei bilanci fatti non rispondenti al vero su attività e passività, allo scopo di evitare di evidenziare perdite che avrebbero comportato l’obbligo di ripianarle o di ridurre il capitale sociale entro il successivo esercizio», citando numerose compravendite di giocatori «fittizie nella determinazione del prezzo di cessione o di acquisto».

"L’inchiesta sull’intreccio rossonerazzurro, in particolare, decolla quando uno dei ragazzi in causa, il portiere Brunelli, denuncia di essersi ritrovato all’Inter a sua insaputa, complice un contratto in cui compariva la sua firma falsificata. Il lavoro degli inquirenti vive così un’accelerata e finisce per coinvolgere Adriano Galliani, allora vicepresidente del Milan, il patron interista Massimo Moratti, Rinaldo Ghelfi e Mauro Gambaro , questi ultimi manager nerazzurri: per tutti, il 24 settembre 2007, arrivano le richieste di rinvio a giudizio con l’accusa di aver «evitato di rappresentare alla Figc l’esatta situazione patrimoniale ai fini delle verifiche propedeutiche all’ammissione ai campionati 2004-2005 e 2005-2006». Secondo la ricostruzione, basata sulle verifiche effettuate dal Nucleo di Polizia tributaria di Milano, i due club in particolare non sarebbero stati in regola per l’iscrizione al campionato 2005-2006, curiosamente proprio quello poi assegnato all’Inter in seguito a Calciopoli" attacca il giornale torinese.

I due club vennero prosciolti dal gup Paola Di Lorenzo nel gennaio del 2008, in parte “perché l’azione penale non poteva essere esercitata per essere il reato presupposto anteriormente prescritto” e in parte “perché il fatto non costituisce reato”. Ma anche perché, e questa è la seconda motivazione, la appena promulgata legge del Governo Berlusconi sul falso in bilancio prevede il dolo specifico, che in questo caso non viene riscontrato. Cosa che invece oggi, per la cronaca, viene riscontrati per il club bianconero. 

"Ma la vicenda, naturalmente, ha risvolti anche nell’ambito della giustizia sportiva, sulla scorta della denuncia da parte di Italo Pappa, capo della Procura Federale, nel 2005 - si legge ancora su TS -. Il successore Stefano Palazzi, il 4 febbraio 2008, deferisce Milan e Inter per avere iscritto a bilancio, tra il 2003 e il 2004, una «abnorme e strumentale valutazione» di alcuni calciatori. L’accusa riguarda la violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza, ma in realtà non l’articolo 8 comma 4, ovvero il tentativo di iscriversi al campionato in modo fraudolento. Gli accusati Adriano Galliani, Gabriele Oriali , Massimo Moretti (da non confondere con Moratti), Rinaldo Ghelfi e Mauro Gambaro, unitamente alle due società, in ogni caso patteggiano la pena. L’ammenda che ne consegue e che chiude la vicenda, tanto per l’Inter quanto per il Milan, è di appena 90 mila euro. Meno di un buffetto", conclude polemicamente il quotidiano. 


Altre notizie