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Rivera: "La moviola fu battezzata su un mio gol nel derby. La Var? Indispensabile, gli arbitri non devono temerla"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Anche Gianni Rivera rivive sulla Gazzetta dello Sport i mitici derby degli anni '60 e non solo.

Ricorda cosa accadde quella sera del 22 ottobre 1967?
"Ma certo: ci fu il battesimo della moviola. Sassi e Vitaletti mostrarono alla Domenica Sportiva il ralenti del mio gol dell’1-1 nel derby. Tiro che sbatte sotto la traversa e rimbalza a cavallo della linea. Dentro! Per me e il guardalinee. ‘’Forse no’’ per quell’immagine rallentata mostrata in tv, una primizia assoluta. Si vide una nuvoletta levarsi dalla linea bianca dopo il rimbalzo della palla. Ma all’epoca per delimitare il campo si usava la calce e quindi la linea di porta non sempre era perfetta".

Questa Var la convince?
"Ormai è indispensabile. Andrebbe ampliata la casistica. E gli arbitri non devono temerla o esserne gelosi, va considerata un’amica, li aiuta a non sbagliare. Ci fosse stata ai miei tempi avrei evitato i due mesi di squalifica per le critiche al presidente Aia Giulio Campanati. E probabilmente avrei vinto qualche scudetto in più".

Vede che torna a quei tempi... A proposito, davvero guadagnava meno di Mazzola?
"Sicuro, noi milanisti, squadra dei casciavit, costavamo di meno... Ricordo che dopo l’inaugurazione di un club mi portano in un bar per l’aperitivo. Entro in gruppo, si fa confusione, da un tavolo in cui c’erano degli anziani che giocavano alle carte si leva una protesta: silenzio! Al che un ragazzino dice ai quattro: ma non vedete che è Gianni Rivera? Vale cento milioni! Al che uno dei giocatori alza la testa e fa: cento milioni quel giovanotto lì? Ah povera lira, non vali proprio niente!’’".


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