.

Roma, Manolas: "Sono partiti campioni come Nainggolan, ma restiamo alla pari di Inter, Napoli e Milan. Messi e CR7? Paura solo di Ibra"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

"Chi mi conosce lo sa, mi piacciono le sfide, mi sento un vincente e lo sarò per tutta la mia carriera, però ora i più forti sono il Real Madrid e il Barcellona. Una volta lo erano anche le italiane, ma ora ci andiamo vicino senza vincere". Parola di Kostas Manolas, intervistato dalla Gazzetta dello Sport

Che cosa ci frena?
"Nulla, solo il fatto che le altre sono migliori. Il Real, ad esempio, è più forte di Juve, Roma, Inter e Napoli. Guardate i bianconeri: sono andati meritatamente in finale, ma poi hanno sempre perso nettamente. D’altronde le spagnole spendono di più e hanno più campioni".

Si sbilanci: quali saranno per lei le semifinaliste di Champions?
"Psg, Juventus, Barcellona e Real. Magari posso togliere la Juve e mettere il City, non lo so... La Roma non la dico perché non siamo tra le favorite, ma ce la possiamo giocare con tutti. Certo, col Real abbiamo subito troppo, ma eravamo nel nostro momento peggiore. Li aspettiamo al ritorno, e vedrete che all’Olimpico sarà diverso".

La politica della Roma prevede ogni anno cessioni importanti e nuovi arrivi. Lei, rimanendo, ora è quasi un veterano. Sente la responsabilità di essere tra quelli che devono guidare il gruppo?
"L’unica responsabilità che sento è di aiutare la Roma a vincere. Non mi sento leader, non sono il capitano. Non conta il fatto che sia qui da anni. Tutti siamo uguali nello spogliatoio. Ora sono venuti giocatori giovani e forti, che hanno bisogno del nostro aiuto. Io ci sono. Ma l’unica cosa che posso promettere è di dare tutto".

Le tante cessioni creano disagio per chi resta o possono essere uno stimolo per dare qualcosa in più?
"Un anno fa abbiamo perso Salah, Rüdiger e Paredes, quest’anno Nainggolan, Strootman e Alisson. Perdiamo sempre giocatori, ma la Roma rimane in alto. Una squadra non dipende mai da uno o due. Vero che sono partiti campioni – altrimenti non li avrebbero acquistati grandi squadre – ma ne sono arrivati di altrettanti forti. Certo, sono giovani, hanno bisogno di crescere, ma sono convinto che ci daranno una grossa mano".

Ha ragione Totti quando dice che in campionato si gioca per il secondo posto.
"Per me sì. La Juve ha tre formazioni, tutte fortissime. In panchina ha Bernardeschi, Douglas Costa, Dybala, Cuadrado, Benatia, Barzagli, Rugani. La Roma però deve restare tra quelle che mettono pressione restando attaccate fino alla fine, come abbiamo sempre fatto negli ultimi anni. Dietro i bianconeri, ci sono Roma, Inter, Milan e Napoli. Alla pari. E non vedo l’ora d’incontrare Ronaldo e tutti loro, perché a me piacciono le sfide".

E' stato portato qui da Sabatini, ora c'è Monchi: differenze?
"Due grandi professionisti. Sabatini lo ringrazierò tutta la vita. È stato lui a scegliermi. Dopo il Mondiale mi disse: “Ti senti pronto per questa sfida?”. E io risposi: “Certo, io sono sempre pronto”. Con Monchi ho rinnovato il contratto, e penso di averlo meritato. Lo scorso anno potevo andare via 2-3 volte, non l’ho fatto ed ho vissuto la mia migliore stagione qui"

È vero che lei l’anno scorso non andò allo Zenit per un problema di cambio fra rubli e dollari?
"Certo. Ho visto che tutto era in rubli, ho chiesto di cambiare e loro mi hanno risposto di no. Allora ho detto: “Guardate, se me ne vado, poi anche se fate come dico, non torno più”. Mi hanno confermato il no. Poi giorni dopo mi hanno richiamato, ma io non sono tornato. Era destino".

Pensa che potrebbe restare per sempre alla Roma?
"Beh, se arrivasse una squadra come il Real o il Barcellona, a parte Totti che rifiutò, non c’è nessuno che non ci penserebbe. Poi bisognerebbe valutare le condizioni, perché non è facile per nessuno lasciare la Roma, ve l’assicuro".

Lei è un giocatore duro e un tipo deciso, ha sempre detto che in campo non teme nessuno, neppure Messi e Ronaldo. Qualcuno le ha mai fatto paura?
"Uno solo: Ibrahimovic. Contro di lui non potevo fare niente. È due volte più grande. Troppo più forte di me. Quando senti uno che ti è superiore fisicamente, è dura".


Show Player
Altre notizie