Ruben Sosa: "La Uefa '94 vale come una Champions. Via dall'Inter per rispetto a club e tifosi"
Ruben Sosa ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport, in edicola questa mattina. "È terribile quello che sta succedendo da voi", è la premessa fatta dall'uruguaiano riguardo all'emergenza coronavirus. La chiacchierata parte con l'esperienza alla Lazio, che ha preceduto per l'attaccante quella in nerazzurro. Dell'Inter, Sosa dice: "Sicuramente è stata la squadra più forte in cui ho giocato - dice - Tutte e tre le stagioni che ho vissuto a Milano sono state straordinarie. Quello che mi colpiva di più era vedere tutte quelle persone al Meazza. Giocare con dei fenomeni in una cornice così, è stato straordinario".
Quindi, l'anno del successo in Coppa Uefa. "Quasi rischiamo di finire in Serie B, ma alla fine abbiamo vinto la Coppa Uefa. Per me, quella coppa vale come una Champions. L’anno prima per poco non vincevamo lo scudetto, siamo arrivati secondi anche perché non siamo riusciti a vincere il derby. Così aver vinto quella Uefa è stato un po’ il coronamento della mia avventura in nerazzurro. E' il mio ricordo più bello perché volevo vincere qualcosa da interista. La mia cessione? Credo di essere andato via al momento giusto perché non avrei potuto più dare tutto. Il ginocchio che aveva già subito tre interventi mi faceva male. È stato anche un atto di rispetto nei confronti del club e dei tifosi".
Racconta, però, di avere già un erede. "Qui in Uruguay, mio figlio Nicolás. Ha 15 anni e adesso gioca nel Danubio. È uguale al papà, stesso sinistro. Quando avrà 18 anni, magari lo porto in Italia".
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