Sacchi: "Argentina-Francia grande vittoria del calcio. Serve coraggio, quello che manca spesso in Italia"
"Prima di tutto, una confessione: quando Messi ha alzato al cielo la Coppa del mondo gli occhi mi sono bagnati di lacrime. Ho pensato a tutto il percorso di Leo, a quello che ha vinto con il Barcellona, ai suoi dribbling, ai suoi gol, ai suoi funambolismi, ai tanti Palloni d’oro sistemati in bacheca, e poi però c’era quella specie di maledizione che non riusciva a scrollarsi dalle spalle: con la Selecciòn non arrivava mai il trionfo più inseguito, più desiderato. Pareva proprio un sortilegio, ed ecco perché quando l’ho visto sollevare felice il trofeo mi sono commosso". Così Arrigo Sacchi sulla Gazzetta dello Sport a proposito delle emozioni che lo hanno travolto ieri sera, al momento dell'incoronazione dell'Argentina come squadra campione del mondo.
L'ex tecnico del Milan, poi, si è concentrato sull'eredità tattica che ha lasciato la finalissima tra Albiceleste e Francia: "Ha vinto il coraggio e questa è la notizia più bella, perché senza coraggio non può esistere un’idea positiva di calcio. In un Mondiale con molte partite dominate dall’eccessiva tattica, la finale ha dimostrato che la strada da percorrere per evolversi è un’altra: serve un atteggiamento propositivo, bisogna aver voglia di attaccare l’avversario, metterlo alle corde, altro che nascondersi in difesa e ripartire come per troppo tempo si è fatto in Italia (e spesso si continua a fare). La gente chiede emozioni, chiede spettacolo. Argentina e Francia non si sono sottratte al loro dovere. Anche nei tempi supplementari, i giocatori ormai stremati hanno lottato come se fossero su un ring di pugilato: un colpo da una parte e un colpo dall’altra, un gol di Messi e il pareggio di Mbappè. Bello, bellissimo. Tutti i giocatori si sono esaltati perché hanno avuto la possibilità di muoversi in squadre ben consolidate. Certo, negli occhi della gente restano i numeri di Messi e le impressionanti accelerazioni di Mbappé, ma pure gli altri hanno meritato le luci del palcoscenico (...) Nella mia memoria resta un’immagine di spettacolo assoluto che ha tenuto miliardi di persone incollate ai teleschermi di tutto il mondo. Questa è una grande vittoria del calcio".