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Sacchi: "Inzaghi perfetto per la A, ma in Champions serve un salto di qualità"

di Alessandro Cavasinni
Quale Serie A sarà senza i vari Ronaldo, Lukaku e Donnarumma? Arrigo Sacchi, sulla Gazzetta dello Sport, spiega: "Si lavora con le idee. Quelle non ti abbandonano mai. Il calcio è uno sport collettivo, e non individuale. So che il concetto è difficile da far capire in un Paese come il nostro, dove si è sempre creduto che un singolo valesse più di una squadra. Però adesso vediamo se la forza delle idee riuscirà a sconfiggere la vecchia mentalità".

Da dove si deve partire?

"Dal gioco, dal collettivo. Se ce l’hai, sei a posto. Lukaku e Cristiano Ronaldo sono due fenomeni, non c’è dubbio. Ma con Ronaldo la Juve che cosa ha vinto in Europa? Niente. E allora? Se non hai le idee, o se non sai svilupparle, non vai lontano: potrai vincere in Serie A, perché le tue avversarie non hanno la tua potenza economica, ma in Champions no".

Le prime due giornate di Serie A hanno detto che le idee pagano, non crede?

"Ho visto due squadre che, per il modo di interpretare il calcio, sono più avanti delle altre: Lazio e Milan".

E l’Inter di Simone Inzaghi?

"Lui è un bravissimo tecnico italiano".

Che cosa significa italiano?

"Non è mica un’offesa. Significa che pensa molto alla fase difensiva e che spesso in fase di costruzione si trova con due o tre giocatori in meno. Perfetto per la Serie A, ma in Champions League serve un salto di qualità".

La Juve soffre parecchio.

"È disorganica, mi è parsa demotivata e quando non c’è motivazione ci sono anche poche idee. Non so se abbiano subito la partenza di CR7, però so che si dovrà fare un lavoro in profondità. Va recuperato anche lo spirito combattivo che ha sempre caratterizzato i bianconeri".
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