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Sacchi: "L'Italia torna protagonista in Europa, ma che sia punto di partenza. L'Inter? Troppo attendista"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

"Sei squadre italiane su sette superano il turno nelle coppe europee. Risultato da applaudire, a patto di non considerarlo un punto d’arrivo, ma di partenza". L'ammonizione alla Serie A è di Arrigo Sacchi e arriva puntuale dalle colonne della Gazzetta dello Sport.

"Nel calcio italiano qualcosa si sta muovendo, dopo anni (direi decenni) durante i quali non si è sperimentato, non si sono cercate vie nuove e ci si è basati sulla furbizia, che è nel nostro dna, e sul tatticismo, finendo per trasformare un gioco collettivo e offensivo (così era stato pensato dai padri fondatori) in uno sport individuale e difensivo - insiste l'ex tecnico del Milan -. Adesso qualcosa all’orizzonte s’intravvede e penso soprattutto alla bellezza del Napoli che fa un calcio allegro, dinamico, divertente e coinvolgente per il pubblico. Anche il Milan sa essere europeo, quando mantiene le distanze giuste tra i reparti e quando fa pressing. Diverso il discorso che riguarda l’Inter, anche se considero quello nerazzurro un gruppo formato da giocatori di altissimo livello fisico e tecnico. Spesso, però, la squadra di Inzaghi (e lo si è visto anche a Oporto) aspetta l’avversario, gli concede il dominio del campo e così facendo, specialmente in Champions, rischia parecchio. In Europa è necessario giocare ad alti ritmi e cercare di tenere sempre il pallone, perché se lo lasci ai rivali, che sono dotati tecnicamente, può diventare un problema. Ecco, l’Inter deve sforzarsi di credere maggiormente nei propri mezzi".

"Portare tre squadre nei quarti di Champions è comunque un risultato da sottolineare, soprattutto considerando il poco che si è fatto negli anni passati. Non vinciamo questa competizione dal 2010 e per un Paese come l’Italia l’assenza di questa coppa pesa moltissimo. Giusto evidenziare anche il cammino dei club in Europa League e in Conference", chiude Sacchi.


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