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Sacchi: "Super League? Contro lo sport, il calcio diventa un circo. Sistema distorto, tutti hanno chiuso gli occhi"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

"La visione elitaria è un concetto diametralmente opposto a quello dello sport, che è inclusivo e non esclusivo. È evidente quindi che la Superlega vada contro lo sport e contro il calcio. Può diventare un circo". Questo il pensiero di Arrigo Sacchi circa la rivoluzione che si accinge a vivere il calcio europeo. Ecco alcuni passaggi della sua intervista alla Gazzetta dello Sport.

Sacchi, qual è stato il suo primo pensiero alla notizia della nascita della Superlega?
"La Superlega non mi piace perché il calcio è così bello per la sua universalità. Dobbiamo avere la lucidità di analizzare in profondità la situazione per capire come siamo arrivati a questo. Il calcio è popolare perché tutti lo possono praticare, anche con spese minime rispetto ad altri sport. Il calcio fa parte della razza umana: possono giocare alti e bassi; ragazzi dal fisico imponente e mingherlini. Difficile trovare un altro sport così universale. Però il calcio ha tre grandi avversari: il divismo, il business e i bilanci in rosso. Sono tre elementi che trasformano tutto. Le istituzioni sono state poco severe verso i bilanci in rosso. Chi governa il calcio deve accorgersi che, pur di aumentare i profitti a discapito dello spettacolo, è cresciuto esponenzialmente il numero delle partite ed è diminuito drasticamente il tempo dedicato agli allenamenti".

È preoccupato per il futuro del calcio?
"No, perché mi auguro che il progetto della Superlega venga accantonato. E perché spero che si apra una discussione generale sulla situazione del calcio. Bisogna sfruttare l’occasione per ripartire da altre basi. Tutti hanno chiuso gli occhi davanti alle distorsioni del sistema attualmente in vigore".

Lo sport è un modo per sognare. A milioni di tifosi in giro per l’Europa verrà tolta la possibilità di sognare?
"È proprio questo il punto, che va ben oltre il business e perfino le vittorie. Gli eroi sono coloro che fanno tutto quello che possono. Ma non bisogna togliere a nessuno il diritto di partecipare e di competere".

Riesce a immaginare la Serie A senza Juve, Milan e Inter?
"No. Ma non riesco a immaginare nemmeno una Superlega con una dozzina dei club più ricchi del mondo".

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