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Scanavino: "Chiesa? Inutile raccontare bugie. Sui calendari serve maggiore equilibrio"

di Redazione FcInterNews.it

Maurizio Scanavino, amministratore delegato della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport, nella quale ha parlato anche del capitolo "esuberi", rispondendo a una domanda diretta su Chiesa. "Anche in questo caso è una questione di trasparenza, è inutile raccontare bugie quando tutti sanno la verità. Abbiamo rispetto dei nostri avversari e delle loro capacità di valutazione di certe situazioni. Quindi, tanto val e essere trasparenti, no? Poi, come capita ovunque, si può essere non funzionali in una realtà e funzionalissimi in un’altra. Le decisioni sui giocatori dipendono dal modulo di gioco, dalle scelte dell’allenatore, da fattori umani e da fattori economici".

"Oggi è molto difficile vendere - prosegue Scanavino -. Bisogna trovare gli incastri giusti e siamo in una situazione di mercato non particolarmente florida, peraltro non solo in Italia, perché il mercato non si sta muovendo da nessuna parte. Tante società devono rientrare nei parametri dei fair play finanziario quindi tendono a vendere più che comprare. L’Arabia Saudita ha questa strana anomalia per cui il mercato, da loro, finisce dopo, quindi potrebbero svegliarsi a settembre o magari hanno perso quello stimolo ad acquistare dei giocatori o hanno razionalizzato la loro gestione. Tutto ciò rende difficile effettuare le cessioni".

Nell'intervista si parla anche della questione legata ai calendari molto fitti a cui sono costretti i giocatori. "Secondo me è più un tema di numero di partite complessive che le squadre debbono fare. E quindi personalmente credo che si debba trovare un maggiore equilibrio su quel numero. Perché poi ci sono pure le nazionali e, per esempio, tanti dei nostri giocatori sono sempre convocati e questo fa lievitare ulteriormente le gare".

"Tra l’altro - prosegue - le nazionali assorbono il 25% del tempo dei nostri giocatori, per i quali noi abbiamo il 100% dell’onere economico e questo senza nessun tipo di assicurazione o garanzia da parte di chi organizza i tornei. Insomma, il 25% del tempo dei calciatori non è nella nostra disponibilità. Poi noi li mettiamo a disposizione delle loro nazionali volentieri, beninteso. Però è singolare che un quarto del tempo non lo dedicano alla società di provenienza, la quale, come tutti sappiamo, investe fior di milioni in questi giocatori, senza essere assolutamente tutelata. E gli scontri sono inutili: secondo voi, se sparissero la Champions o il Mondiale per club, quelle risorse si riverserebbero tutte e automaticamente nei campionati nazionali? Per me no".


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