Sconcerti: "Il virus è il colpo finale al calcio. Taglio agli stipendi? Pagherebbe l'unica categoria esposta"
Mario Sconcerti è l'autore di un editoriale scritto oggi per il Corriere della Sera in cui attacca frontalmente il mondo del calcio e la sua gestione. Per Sconcerti, "il vero problema del calcio sono i suoi debiti. Il virus è il colpo finale". Anche il taglio degli stipendi dei calciatori non convince, come soluzione. "Perché si dovrebbe non pagare lo stipendio a chi a marzo è stato a casa per malattia? Perché si dovrebbe non pagare lo stipendio a chi in aprile sarà in ferie forzate? Ma soprattutto perché si dovrebbe far pagare tutto il conto del debito ai giocatori, cioè agli unici che scendendo forse in campo, possono limitarlo? L’ultima ipotesi di cui si parla è far giocare le 124 partite che mancano tutte a Roma, città che a fine aprile si prevede a contagio zero. Non ho idea di come possano funzionare i mille particolari di un’avventura simile, ma comporterebbe per le squadre una reclusione nello stesso albergo per circa due mesi, con visite continue, tamponi, tac, e un distanziamento sociale dalle famiglie molto lungo. Ha senso discutere in queste condizioni di tagli allo stipendio dell’unica categoria che si espone?".
Secondo Sconcerti "la realtà è che i debiti sono infiniti da tempo" e "questo calcio ha sfinito gente come Moratti e Berlusconi, siamo già alle seconde-terze generazioni anche di proprietari stranieri". Vengono citate alcune grandi operazioni del passato più o meno recente. Tra queste, "l’Inter pagò Ibrahimovic 28 milioni, oggi con 14 anni meno, ne varrebbe 200 più una quarantina di mediazioni", scrive ancora Sconcerti.