Severgnini: "A porte chiuse il calcio scompare, sarebbe un errore"
Beppe Severgnini è autore oggi di un lungo articolo sul Corriere della Sera in cui prova a spiegare come vive il tifoso di calcio in questo momento di lockdown e perché, a suo parere, una ripartenza a porte chiuse sarebbe un errore. "Siamo sinceri: ci manca il calcio, in queste settimane di astinenza forzata? Meno di quanto immaginassimo. Se fosse così, sarebbe utile capire perché; e provare a pensare come divertirsi di nuovo insieme, appena possibile. Senza sbagliare. Perché lo sappiamo: la cadute sono dolorose, ma le ricadute possono essere disastrose - scrive Severgnini - Non vogliamo perdere l’abitudine alle nostre squadre, alle nostre partite, ai nostri eroi passeggeri: ma i professionisti del calcio devono aiutarci. Riempiendo, magari, alcune ore di queste lunghe giornate con una narrazione e una vicinanza che, per ora, non si vedono (poche società ci hanno provato, mi sembra). E, soprattutto, pensando alla ripartenza: il calcio blindato e sterilizzato è una contraddizione in termini, e va evitato a tutti i costi. All’inizio ci sarà meno pubblico, è quasi certo. Ma gli stadi vuoti, no".
Il pezzo si chiude con la citazione di un poeta di fede nerazzurra, Vittorio Sereni, che in un suo componimento scritto dopo un Inter-Juventus recita "A porte chiuse sei silenzio d’echi". "A porte chiuse - scrive Severgnini - il calcio si spegne e scompare. Non facciamo errori, al momento di ripartire. Fidiamoci dei poeti: vedono lontano".