Tognaccini: "Nel calcio si gioca troppo? Falso. E con le gare delle nazionali in un blocco unico..."
Fonte: Tuttosport
"Si gioca troppo? Per me no". Lo assicura Daniele Tognaccini, storico preparatore atletico per 20 anni del Milan, intervistato da Tuttosport.
Tognaccini, si gioca troppo o il giusto?
"Se si pensa alla salute degli atleti, più eventi fai, più ci sono dei rischi, questo è fuori dubbio. Dal mio punto di vista, però, per quello che è lo sport del calcio, non si gioca troppo. E a livello giovanile, ci si allena poco: pensate a quante ore durante la settimana stanno in palestra, in pista o in piscina gli atleti degli altri sport rispetto ai calciatori. E comunque queste sono le regole del mercato: più giochi, più guadagni e viceversa".
Il “suo” Milan nel ’02-03 disputò 61 gare, come il Manchester City di Guardiola la stagione scorsa, dunque non è cambiato niente.
"Ci sono però metodi e strutture di allenamento più efficaci e soprattutto è cambiato l’interprete. L’uomo medio si è alzato di svariati cm e si è ingrossato di diversi chili. L’atleta di vent'anni fa, più gracile, farebbe più fatica con l'attuale intensità di gioco".
Dunque il calciatore di oggi può sopportare meglio più partite?
"Nel calcio c’è uno sforzo fisico facilmente assorbibile, soprattutto se si lavora bene sul recupero. Nel mondo del calcio c’è l’idea che si giochi uno sport traumatico, ma non è proprio così. Il basket è assimilabile al calcio e per certi versi è molto più traumatico. Noi nel Milan del periodo d’oro (quello di Ancelotti, ndr), con le valutazioni giornaliere che facevamo, notavamo che con un buon sistema di riposo riuscivamo benissimo a comprendere se un atleta aveva recuperato o meno".
E la soluzione per avere meno infortuni?
"Non ridurre le partite, ma avere un periodo di off-season più lungo per sistemare fisicamente l’atleta, cosa che non si può fare nell’attuale preparazione estiva che si svolge in due settimane con le amichevoli che poi incombono. L'esempio da seguire sono gli sport americani".
Spostare a fine stagione in un blocco unico le partite delle nazionale potrebbe aiutare a migliorare le prestazioni e ridurre gli allenamenti?
"Potrebbe, perché ci sarebbe continuità di allenamenti nel club e si eviterebbero i viaggi che sono uno stress. E gli stessi preparatori delle nazionali avrebbero più tempo per i propri lavori".