.

Tommasi: "Stipendi tagliati in casa Juve, Aic non delegittimata. Scudetto? Non serve per forza un vincitore"

di Mattia Zangari

"Quando si va d’accordo, va sempre bene", Ai microfoni del Corriere dello Sport, Damiano Tommasi, presidente Aic, commenta così la decisione presa dalla Juve di concerto con i propri giocatori di tagliarsi lo stipendio per un risparmio di 90 milioni di euro.
"Chiellini me ne aveva parlato, siamo  in contatto da sempre - aggiunge l'ex centrocampista della Roma -. In casa Juve hanno voluto affrontare la questione prima di altri e sono arrivati alla conclusione, con piena soddisfazione di tutti".

Non si sente delegittimato dal fatto che abbiano anticipato l’incontro dell’Aic con la Lega?
"
E perché dovrei? Noi costruiamo una cornice, ma senza togliere autonomia ai singoli e ai club di scegliere diversamente. L’accordo raggiunto chiude qui la stagione, rispetto a ciò che si deve percepire. Se anche si tornerà a giocare a giugno e oltre giugno, le spettanze rientreranno nel contratto successivo. È una pattuizione di massima, perché ci sono giocatori in scadenza, altri che stanno per rinnovare, altri in partenza sicura, altri ancora in trattativa. Ogni situazione individuale andrà adeguata".

Ma l’accordo riassume la vostra posizione nella trattativa con la Lega?
"La nostra posizione è chiara: stabilire condizioni per il futuro, in assenza della certezza di ricominciare, è difficile. C’è un tema delicato che riguarda il prolungamento della stagione a luglio. Senza un accordo tra le parti nessuno può prorogare un contratto oltre la sua scadenza. Bisognerà sedersi a tavolino e parlarne. Partiamo dall’ipotesi peggiore. Le parole del ministro Spadafora confermano che prima di ripartire dobbiamo mettere al sicuro la salute del Paese. Vuol dire prepararsi all’eventualità che i campionati vengano decretati chiusi. In questo caso l’accordo raggiunto dalla Juve mi pare una base di partenza".

Pretenderete una verifica di idoneità preventiva per tornare in campo?
"
Alle condizioni indicate da Maurizio Casasco nell’intervista al suo giornale: è necessario certificare l’idoneità fisica e verificare eventuali esiti. La polmonite interstiziale non è una barzelletta. Soprattutto per chi espone il proprio corpo a correre a cento all’ora".

Ma se a giugno si aprisse la possibilità di concludere il campionato in 45 giorni e poi di disputare le finale di Coppe, voi sareste disponibili? 
"Saremmo i primi a essere contenti. Vorrebbe dire che le nostre spiagge sono piene di bagnanti".

Se invece tutto finisse qui, sarebbe giusto assegnare comunque un titolo?
"Si dovrà scegliere la meno peggio. Nessuna decisione accontenterà tutti. Qualche danneggiato ci sarà".

Ma tra lo scudetto alla Juve e nessuno scudetto qual è peggio?
"Dobbiamo indicare i nomi delle squadre che vanno in Europa, non decretare per forza un vincitore".

Che effetto le fa la fuga dei campioni juventini dall’isolamento?
"
Capisco che ognuno desideri tornare dalla sua famiglia. Penso a quanti ragazzi di Lega Pro sono rimasti nelle sedi sportive e non possono vedere mogli e figli. Però non me la sento di giudicare nessuno. Ho una figlia a Londra, l’altro giorno le hanno cancellato il volo. Non vedo l’ora che rientri a casa". 


Altre notizie