Verdelli: "Io, interista con lo scudetto dei record. Matthaus trascinatore, poteva giocare in ogni ruolo"
Corrado Verdelli racconta a Tuttosport le sensazioni provate trentuno anni fa, il 28 maggio 1989, quando l'Inter conquistò lo scudetto dei record battendo il Napoli. "Quel giorno a San Siro non entrava più uno spillo, era incredibile il calore che si sentiva dagli spalti. La partita non è iniziata bene, perché già giocare contro il Napoli di Maradona e Careca non era facile, poi siamo passati in svantaggio. Fortunatamente è uscito il carattere dell’Inter e siamo riusciti a ribaltarla".
Verdelli racconta che "non c’era tanta tensione perché eravamo consapevoli che se non avessimo vinto lo scudetto in quella gara, ne mancavano altre. Non c’era ansia, sapevamo di potercela giocare". Sulla falsariga di tanti racconti arrivati in passato dai protagonisti, l'ex nerazzurro conferma che "non eravamo in tanti, chi veniva chiamato in causa dava tutto, anche perché anche chi giocava come riserva non si sentiva come tale, ma eri completamente integrato, ti sentivi parte della squadra, anche grazie al modo di gestire i giocatori di Trapattoni, che sapeva sempre metterti a tuo agio. È stato il coronamento di un sogno che avevo da bambino, da interista che sognava di giocare al calcio. E l’ho vissuto da protagonista».
Un nome su tutti: Lothar Matthaus. "Il classico trascinatore. Intanto era dotato di una qualità incredibile, poteva giocare in qualunque ruolo tranne portiere. Non sentiva la pressione, era sempre tranquillo e gli piaceva giocare un calcio votato all’attacco. Averlo in campo, per me, voleva dire sapere sempre a chi poter passare la palla per metterla in banca".
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