Vierchowod: "Skriniar mi assomiglia, ma ha un difetto comune a tutti i difensori moderni"
Fonte: Gazzetta dello Sport
"Anche se non ho mai giocato, mi sono sentito campione del mondo perché mi sono fatto il mazzo come gli altri. E poi, senza l’infortunio alla caviglia, avrei giocato io, non Bergomi: con Bearzot c’erano le gerarchie. Lo ricordo con piacere: mi fece debuttare quando ero nel Como e mi portò al Mondiale del 1986". Parola di Pietro Vierchowod, intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport nel giorno del suo 60esimo compleanno.
A 60 anni per chi tifa?
"Sono juventino da piccolo, quando alla radio sentivo “Grande parata di Anzolin”, il mio primo idolo".
Ma non diventò portiere...
"Ero velocissimo e giocavo all’attacco. All’oratorio, avevo 14 anni, un giorno mancava un difensore. Seguii l’avversario anche sui falli laterali e cominciai a imitare Burgnich".
La vittoria più bella?
"La Champions con la Juve".
Il rimpianto più grosso?
"La finale di coppa Campioni persa con la Samp contro un Barcellona non irresistibile".
Un difensore che le assomiglia?
"A livello fisico Skriniar, anche se come gli altri non guarda la palla lasciando troppo spazio all’avversario. Manca chi insegna a difendere e poi, pensando alla Nazionale, ci sono troppi stranieri nelle grandi. Bisognerebbe schierarne al massimo cinque".
Che cosa pensa di CR7?
"E’ fortissimo, mi piacerebbe marcarlo. Oggi è l’unico. Una volta c’erano Van Basten, Gullit, Maradona, Careca, Zico, Ronaldo che ho marcato a 41 anni quando ero nel Piacenza".
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