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Vulpis: "Ffp Uefa, ok a tempi più lunghi. Ma sul pareggio dei conti non si transige"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere dello Sport

Norme eccezionali per un periodo eccezionale. Anche Il Ffp Uefa si rimodula in base all'emergenza coronavirus. Sul Corriere dello Sport, Marcel Vulpis spiega i dettagli delle nuove misure: "Il Comitato esecutivo ha concesso alle federazioni affiliate più tempo per completare il processo di concessione delle licenze, allargando di fatto la finestra temporale per aderire ai criteri in vista delle prossima stagione (come a esempio il regolare pagamento dei salari) - scrive il direttore di Sporteconomy -. Sul terreno del fair play finanziario poi ha accettato che i club, impossibilitati a realizzare i budget (sia in termini di ricavi che di costi) entro fine aprile-maggio 2021, possano non rispettare (solo formalmente) determinati obblighi. Per quest’anno, pertanto, saranno previsti alcuni controlli speciali, con modalità ufficializzate nelle prossime settimane. Resta valida la regola fondamentale del break-even (pareggio dei conti) e l’obbligo di pagare i debiti a livello internazionale".
 
"La lettura, pertanto, di un possibile “allentamento” sui parametri del Fair play finanziario è totalmente priva di fondamento e non aderente alla realtà - ammonisce Vukpis -. Restano confermate così i principali adempimenti richiesti dall’Uefa per non incorrere in sanzioni. Uno dei quattro pilastri del Fpf infatti è il cosiddetto “going concern”, ovvero la capacità delle società di calcio di muoversi costantemente in una logica di continuità aziendale. Altrettanto importante è il “negative equity”. Per le società infatti è sempre più importante poter disporre di un “patrimonio netto” non negativo (considerando la differenza tra il totale delle attività e delle passività). Sempre l’Uefa analizza costantemente l’“overdue payables” (l’assenza di debiti scaduti verso altri club, tesserati e istituzioni fiscali-previdenziali) e il cosiddetto “break even results” (o pareggio di bilancio).  Restano confermate, almeno per il momento, le sanzioni inizialmente introdotte dai vertici Uefa già nel 2009: warning (avvertimento), richiamo; multa; decurtazione di punti; congelamento introiti derivanti dai tornei Uefa (Champions ed Europa League); divieto di iscrizione di nuovi giocatori alle competizioni europee; limitazioni al numero dei tesserati e stringenti paletti finanziari; squalifica o esclusione da futuri tornei e, infine, nei casi più gravi, la revoca di titoli o premi".  


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