"Adesso non ci resta che avere pazienza"
"Aspettare, pazientare. E’ quello che sta facendo il presidente Moratti e che dovranno rassegnarsi a fare anche i tifosi nerazzurri. E’ vero, sembra quasi esser tornati un anno indietro (come se la storia non insegnasse a non commettere gli stessi errori) con Gasperini al posto di Benitez, con una “rivoluzione” tattica difficile da digerire e metabolizzare, con poco entusiasmo ma soprattutto con scarsissimi risultati. All’apparenza potrebbe sembrare che l’Inter non sia riuscita a trovare un allenatore capace di far “dimenticare” Mourinho, in realtà la dirigenza nerazzurra non ha mai messo in condizione gli allenatori che si sono succeduti al portoghese di potersi esprimere al meglio. Parlando del presente, Gasp: è apparsa fin dall’inizio – grazie anche ad una gestione della situazione post-Leo a dir poco confusionaria – come una scelta di ripiego, non certo di prima fascia. Della poca convinzione nei suoi confronti e del suo modo di giocare ne abbiamo avuto prova dalla gestione – altrettanto ingarbugliata - della campagna acquisti. La vendita di un leader e trascinatore come Eto’o (giustificata in parte dal FFP) uomo fondamentale a prescindere e perfetto per gli schemi del nuovo allenatore, ha lasciato un vuoto attualmente incolmabile. La decisione di non comprare esterni offensivi tanto importanti per Gasperini e di spendere la cifra più alta del mercato nerazzurro per un giovane sì promettente, Ricky Alvarez, ma pur sempre un trequartista destinato a fare la riserva insieme a Coutinho di Sneijder, appare alquanto strana. In più, era lampante che il nostro centrocampo necessitasse di forze fresche, dinamismo e magari un pizzico di tecnica, francamente ci si aspettava un po’di più dell’avvicendamento Mariga-Poli. Non a caso ci ritroviamo alla 2° di campionato con Stankovic e Motta out e con Cambiasso e Zanetti costretti a giocare ogni 2 giorni. Ma non basta, proprio oggi veniamo a sapere da Gasperini che il suo progetto di gioco sarà diverso dal passato, l’Inter non potrà più aspettare e ripartire ma dovrà gestire la manovra, avere in mano l’iniziativa del gioco, dove il centrocampo avrà valenza fondamentale. Lodevolissima come idea, il problema è che mancano gli interpreti per metterla in pratica. Appare del tutto evidente la contraddizione e la lontananza tra le scelte societarie e quelle del tecnico, ma arrivati a questo punto che fare? Sicuramente sarebbe un salto nel buio ed un errore esonerarlo, anche perché la squadra sembra al suo fianco e un po’ di tempo per lavorare è giusto concederglielo. Per uscire vincenti da questa situazione bisognerebbe avere un progetto forte e condiviso, avere fiducia in esso e soprattutto aver pazienza che maturi. Attualmente sembra non esserci niente di tutto questo, ma fortunatamente nel calcio nulla è scritto e a volte basta poco per invertire la tendenza. Non ci resta che aspettare…"
Vincenzo