"Arrivati a questo punto non possiamo sbagliare"
"Ci siamo. Il tempo stringe. Da tempo siamo abituati a partite “importanti”, ma quella che si disputerà sabato alle 20.45, a detta dei protagonisti “non sarà decisiva”, ma di certo ha ed avrà la sua ‘importanza’. La sosta per le Nazionali ha un po’ alleggerito il clima attorno al match-clou della 30° giornata, la marcia di avvicinamento al derby era costellato ovunque da voci di contorno e chi veniva interpellato sull’argomento, si lasciava andare alle classiche dichiarazioni. Da una parte e dall’altra questo derby, non sarà fondamentale ai fini della classifica, del discorso scudetto. Scaramanzia, voglia di non animare i tifosi, voglia di mantenere un profilo basso per poi lasciar andare il proprio entusiasmo alla fine dei 90 minuti? La partita col Milan, per noi è e sarà importante, ‘decisiva’, perché solo vincendo, battendo la capolista potremmo completare la nostra rimonta e regalarci il tanto atteso sorpasso. Abbiamo già buttato al vento tanti punti e tante occasioni, adesso dobbiamo centrare il nostro obiettivo. Vittoria e i 3 punti per il sorpasso. Poi non saranno di certo i milanisti o i loro dirigenti a doversi preoccupare di noi. Dovremmo essere noi stessi a mantenere salda la testa della classifica, tenere lontani gli inseguitori più o meno diretti e cercare di allungare quanto più possibile, perché un passo falso potrebbe sempre capitare. Insomma, decisivo o no, questo derby non possiamo perderlo. Qualcuno ha dichiarato nei giorni scorsi (lo stesso che riesce a fare proclami d’amore indifferentemente per una squadra ed un’altra) che il Milan è la squadra più forte in Italia e che se dovessero perdere lo scudetto sarebbe solo colpa loro. Beh, non sono al corrente dei problemi della seconda squadra di Milano, ma mi piacerebbe pensare che se l’Inter avesse avuto anche sotto la guida di Benitez la stessa continuità, lo stesso gioco, gli stessi risultati di mister Leo, o per fare un esempio, avesse fatto un campionato simile agli ultimi due, il Milan avrebbe solo potuto sognare il primo posto, l’idea dello scudetto e tutto il resto. Diciamo che quest’anno tra aiutini più o meno ‘leciti’ da parte di ‘terzi’, e aiutoni da parte delle dirette concorrenti al titolo si è trovato la strada spianata verso il primo posto. Dopo un girone d’andata stile ‘purgatorio’, in cui l’Inter galleggiava nelle posizioni meno nobili della classifica e in cui i tifosi di un’altra nobile decaduta godevano perché ci avevano dietro, ora la situazione è cambiata. Siamo ancora in corsa in Europa e possiamo benissimo puntare alla finale di Londra. Fortuna o no, noi siamo lì e, dopo Madrid, possiamo raggiungere la seconda finale consecutiva. In Italia possiamo e dobbiamo riprenderci lo scettro, perché da anni ormai dettiamo legge, il campionato italiano conosce solo due colori: il nero e l’azzurro.
Arrivati a questo punto non possiamo proprio sbagliare. Non riuscire a battere il Milan nella partita che ribalterebbe l’ordine di un campionato che sembrava già finito, significherebbe dire forse ‘addio’ allo scudetto, ma… non essendo decisivo (cosa che credo anch’io) potremmo ancora regalarci la soddisfazione di superare la capolista, grazie ai loro demeriti. Se dovessero vincere il derby e allungare a +5, lo scudetto potrebbero perderlo solo loro e considerate le ultime partite di campionato, non mi meraviglierei se tornassero a dilapidare il vantaggio che erano riusciti a guadagnarsi. Ma il derby voglio vincerlo per non dare soddisfazioni ai nostri ‘cugini’, per non dare loro la possibilità si allargarsi la bocca, di dire, fare, sognare… sabato sera dobbiamo ricordare di essere (da anni ormai) i campioni d’Italia. I campioni d’Europa. I campioni del Mondo. Siamo gli autori della ‘Triplete’. L’Italia, l’Europa e (forse) anche il Mondo ci guarderà. Non sarà di certo una partita come altre. La tensione cresce. Le sensazioni sono positive. Comunque vada a finire non si potrà rimproverare nulla ai nostri ragazzi, fin ora sono stati artefici di un girone di ritorno strepitoso. La loro rimonta è la rimonta di un intero ‘popolo’, quello neroazzurro, che ha sempre seguito, nelle gioie e nei ‘drammi’, la propria squadra; dello stesso popolo che da anni è ormai troppo abituato a vincere, ad essere rincorso e non a rincorrere; di un popolo che può oggi, a due giorni dal derby-scudetto, cullare il sogno di conservare su quelle maglie il tricolore.
Dunque, che vinca il migliore e non, come capitò già all’andata, chi ha una valenza ‘politica’ maggiore. Tutto sommato, io spero vinca l’Inter".
Orazio