Delusione e preoccupazione nelle parole dei tifosi
"Dear Mr. President Thohir,
it's simple: poor players bring defeats; defeats mean no Europe and no audience; no supporters mean no money and so on... All clear????? And now translate this: tira foeura i danèe!!!!!
Kind regards".
Alessandro
"Gentile redazione, mi risulta particolarmente difficile riuscire a liberare la mente dalla rabbia accumulata dopo la disfatta “imprevedibile” di domenica sera (vatti a fidare degli “amici” Deki & Strama...) e poter comporre un qualche pensiero che abbia un minimo di lucidità: pertanto a Voi va la mia massima solidarietà, visto che avete l’onere - pur per professione - di commentare gli eventi sempre e comunque, “a prescindere” direbbe Totò. Mi sono ripromesso però, almeno fino alla prossima gara di campionato di lunedì 15 (la qualificazione ai sedicesimi di EL è ormai agli atti e sarà senz’altro più interessante seguirne i sorteggi dello stesso giorno, anziché l’ultima gara dei gironi di giovedì prossimo), di non farmi tentare - onde evitare di rodermi il fegato - dalla lettura dei quotidiani e dei siti sportivi o, peggio, dalla visione di qualche trasmissione di calcio dove sono soliti pullulare pseudo giornalisti e cosiddetti opinionisti, i quali ogni qualvolta sono chiamati ad esprimere - per contratto? - un qualche giudizio sull’Inter, dimostrano di avere mani in pasta, o forse solo maggior “dimestichezza”, più col grano facile piuttosto che col grano duro... Battute a parte, basta e avanza la montatura ad arte del (presunto) “caso Icardi” della settimana scorsa, col centravanti rosarino che ha saputo dare subito una congrua risposta con l’unica “merce” che riesce a zittire i boccaloni di ogni sorta e risma: il gol, meglio se di pregevole fattura. Ma dico io, come si può mettere alla berlina - arrivando persino a ipotizzarne una cessione a gennaio - l’affidabilità di Icardi con uno score stagionale così ragguardevole - 12 reti in 20 gare - solo perché il puntero ventunenne aveva pagato dazio alla stanchezza ed alla lucidità (contro il Milan ed il Dnipro) dopo una serie, quasi ininterrotta, di 14 partite giocate per intero? Potenza (alias distorsione) dei media faziosi e della disonestà intellettuale. Figurarsi adesso che Mancini è incappato in un’opinata sconfitta casalinga contro l’Udinese (che ha peraltro sbancato la San Siro nerazzurra in 3 delle ultime 4 occasioni), per di più dopo 45’ chiusi dall’Inter manciniana per la 1a volta in vantaggio: saranno molte le pietre tombali (sportive s’intende) a scoperchiarsi, ad opera dei tanti difensori postumi di Benitez, di Gasperini, di Stramaccioni e, perché no, pure del silurato WM, che animeranno (si fa per dire) i vari salotti televisivi, autentiche fabbriche del dissenso e della critica gratuita. Ma voglio prenderla con filosofia: se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, allora ci si augura che la disfatta maturata contro i friulani abbia tolto ogni remora a Thohir sull’indifferibilità di significativi investimenti nel prossimo mercato di gennaio, per turare le falle che, in effetti, connotano la barca interista, almeno in un paio di marinai. Non saranno certo la modalità, né la durata o l’entità dell’ingaggio di giocatori nuovi - ma già pronti ed idonei ai moduli tipicamente offensivi (e più europei) del Mancio - si chiamino 4-3-3 o 4-2-3-1 - i problemi sul tavolo, che (si spera) saranno comunque risolti dalle giuste alchimie manageriali di Ausilio. All’Inter servono come il pane esterni non solo offensivi ma anche bassi. Assodato che, per la prima posizione, la candidatura di Cerci pare essere la più praticabile, nonché auspicabile, ha lasciato esterrefatti in prospettiva, invece, la prova di domenica a dir poco incolore del furetto nipponico: francamente non se ne può più (dopo Jonathan) di vedere terzini (a parte Dodò e, forse, D’Ambrosio) incapaci di calibrare un qualsiasi cross dalla fascia verso l’area di rigore che si possa reputare tale: perché risulta sempre o troppo corto, o troppo basso, o troppo lungo, pertanto inservibile. Mancini non ha certo il tempo né “lo spirito” di insegnare i fondamentali a giocatori che, militando in Serie A, dovrebbero esserne “normalmente dotati”. Pertanto, spiacerà per il “simpatico” Nagatomo e per le sue prossime panchine, ma è opportuno che la Società intervenga urgentemente ed oculatamente per coprire al meglio anche il ruolo del difensore di destra (o di sinistra) nella speranza che il Mancio possa scoprire, o magari avere già in serbo, un novello Maicon, se non un “ritrovato” Kolarov. A proposito del giapponese, mi sovviene, però - tra il serio ed il faceto - un dubbio atroce: finora sono più evidenti i danni diretti dell’inefficacia del nipponico o, addirittura, quelli “collaterali”? Certo è che mettendo insieme, nell’arco di poco tempo, il retropassaggio di Guarin a Livorno del marzo scorso, il cincischiare “delittuoso” di Vidic a Palermo ed il suicidio al curaro di Palacio contro l’Udinese a chi non è venuto in mente che il guerriero nipponico possa aver masochisticamente “insegnato” ad alcuni compagni il rituale (sportivo) - per nulla richiesto - dell’harakiri? Se, come diceva Agatha Christie, tre indizi fanno una prova non ci sarà, però, nessun dirigente in società disposto a dare l’ordine “Salvate il soldato Nagatomo!” Quanto ai due centrali di difesa, il buco lasciato in mezzo in occasione del pareggio di Bruno Fernandes (l’Inter, con Mancini, ha la poco onorevole media di 2 gol presi a partita che manco WM si sarebbe permesso...) ha testimoniato, una volta di più, l’idiosincrasia della coppia umbro-brasiliana. Il primo ha dimostrato di poter imitare efficacemente l’idolo Materazzi solo nelle sortite aeree - anche offensive - ma è meglio che dimentichi presto i lanci a lunga gittata, per lo più inconcludenti. Il secondo riesce a scimmiottare il connazionale Lucio solo nella vigoria fisica, ma non certo nel lavoro di copertura. Ed allora, disattesa purtroppo da tempo la leggenda barese secondo la quale fosse Bonucci a beneficiare di luce altrui, occorrerà dare a Ranocchia (capitano per esclusione?) una sorta di tutore tattico e - dovendo anche fare di necessità virtù - quale miglior scelta se non quella del recuperato Vidic (nelle vesti dell’ex Samuel?); così come bisognerà (tentare di) spostare Juan Jesus sulla fascia sinistra (con D’Ambrosio e/o Kolarov in alternativa), dove le sue doti atletiche potrebbero compensare, sicuramente con meno danni, le eventuali amnesie difensive. Si tratterebbe quindi di un avvicendamento tra connazionali, con Dodò avanzato ad esterno alto mancino: dove sta scritto, infatti, che un laterale basso che sa difendere con qualche difficoltà (come affermano i suoi detrattori), ma al quale non difettano progressione, dribbling e visione della porta, non possa essere più efficace come ala sinistra, in una posizione praticamente dirimpettaia (ed eventuale) a Cerci, un mancino spostato a destra proprio come Robben? Per quel che concerne, invece, il pacchetto centrale, sono dell’avviso che, stante il modulo ideale di Mancini a 2 o 3 centrocampisti, possa risultare (quasi paradossalmente) sufficiente la batteria dei giocatori attualmente in rosa tra Medel, M’Vila, il redivivo Kuzmanovic (non potrebbe essere lui il “nuovo” T. Motta o scriverlo è pura eresia?), Obi, “l’aggregato” di lusso Hernanes, ma soprattutto lo sloveno Krhin, additato da molti come un potenziale nuovo Pirlo o, per restare all’ambito interista più recente, a Cambiasso. Possibile, infatti, che al “britannico” Mancini sia sfuggita la portata di quella particolare classifica stilata dal Daily Mirror nell’agosto scorso - e ripresa anche dal profilo Twitter ufficiale dell’Inter - riguardante i 5 giocatori della Serie A più promettenti (sui quali i club inglesi non dovrebbero esitare ad investire), tra cui era annoverato soprattutto il ns. René? E poi che senso avrebbe avuto (unitamente al caso del collega M’baye, causa anche la sua mancata cessione sul filo di lana del mercato) il suo rientro all’Inter - dopo il proficuo periodo in comproprietà al Bologna - senza dargli almeno uno straccio di opportunità (impiego stagionale fermo a soli 34 minuti)? La gara di giovedì contro gli azeri del Qarabaq potrebbe essere la sua prima vera grande occasione per mettersi in mostra.Del reparto avanzato resta solo da aggiungere che Palacio - duole dirlo - ma tutto lascia pensare che si stia avviando sul viale del tramonto. Spero di sbagliarmi, ma non è tanto per quel gesto sconsiderato che ha, di fatto, tagliato le gambe ai compagni, incapaci - a differenza delle gare precedenti - di produrre una qualche reazione. Il Trenza non solo non segna più, manco riesce più a tirare in porta! Ed allora, memori del caso Milito - con tutti i suoi infortuni e le varie ricadute - occorrerà pensare, a gennaio o nel prossimo mercato estivo, anche ad un’altra 2a punta o, meglio, ad un esterno offensivo. Palacio è dell’82, va per i 33 anni; c’è, forse, chi invecchia prima o chi soffre di più per un’usura fisica con pochi eguali o per infortuni mal riassorbiti. Sull’altra sponda del naviglio, per esempio, non sanno più come sbolognare un certo Torres. E Fernando è anche più giovane di 2 anni di Rodrigo. Parafrasando poi un famoso slogan pubblicitario di Ernesto Calindri degli anni ‘60-‘70, non basterà, purtroppo, neanche far sorseggiare al Trenza dosi massicce di Cynar per combattere “il logorio della punta moderna...”. Cordiali saluti".
Orlando
"La situazione è grave e come sempre accade nelle situazioni gravi qualcuno se ne accorge in tempo, altri si crogiolano nel disegnare ghirigori nell'aria inutilmente. Pizzoferrato racconta cose coondivisibili in parte vere, in parte no. La gara con l'udinese ad esempio io l'ho vista diversamente. Appena l'UDINESE ha cambiato passo l'Inter si è squagliata come neve al sole. E la padronanza del primo tempo è stata sterile esattamente come quando c'era Mazzarri. E l'unica squadra di qualità in campo non era la nostra. Accampa poi tante motivazioni della sconfitta con la Roma e anche di quella con l'Udinese, ma anche mazzarri faceva altrettanto e la cosa non ci piaceva affatto. A questo punto scusate l'impiccio servono i punti. Servono i maledetti punti per non essere risucchiati in un tunnel noir che sporcherebbe per sempre la ns storia gloriosa. Quindi Mancini metta in campo chi garantisce di portarsi nascosto nei pantaloncini un coltello per modo di dire, anche i ragazzi della primavera se utile rispetto a gente che milita nell'Inter solo per lo stipendio. Le analisi compiute oggi non hanno senso. L'Inter è una squadra di scarpari e di deboli di carattere (tranne qualche eccezione), ovvero una squadra che sembra fatta apposta per andare in B. Mancini la faccia giocare in modo semplice, soprattutto per evitare di perdere ancora terreno. Non appena la classifica comincerà a muoversi e i giocatori a essere più convinti dei propri mezzi, allora si potrà anche rialzare la vista. Ora serve altro. Mancini deve valutare la situazione pericolosa che si sta creando e in questa situazione pericolosa non conta giocar bene e perdere. Conta di più giocare così così o male e vincere o almeno pareggiare. Vi dico ad esempio che se l'Inter non cambia approccio alle gare, col Chievo lasceremo in campo i tre punti. E poi sarà crisi grave e senza sbocco. Quindi da lunedi prossimo in poi ogni gara dovrà essere finalizzata a far muovere la classifica non a giocare bene. Non so se i nostri non hanno qualità effettiva, di sicuro non riescono a metterla in campo. Un saluto".
Enzo
"CARA REDAZIONE,
e' da Agosto che non scrivo piu' e la voglia di scrivere e soprattutto tifare e vedere l' INTER e' sempre di meno in questi ultimi 4 anni. Sono 40 anni che tifo INTER e vi posso dire che un momento come questo non lo avevo mai visto, neanche negli anni 90 che le cose non andavano tanto bene non ho mai visto una squadra che non ha una minima idea di cosa fare e chi comprare tranne quella di comparare GRANDI BIDONI a ottimo prezzi, si ma per gli altri. Solo all' INTER succedono queste cose.
Vorrei veramente sapere che intenzione ha il NUOVO PRESIDENTE se quella di farsi solo PUBBLICITA' o di spendere tanti soldi per far tornare GRANDE l' INTER, ma da come vedo e sento il nostro THOIHR non spendera' niente, anzi vi anticipo che tra meno di 18 mesi vendera' l' INTER perche' quello che voleva fare l' ha fatto, cioe' autopubblicita' di se e dell' INDONESIA, nient' altro che quello. Vedrete sara' cosi'.
Vorrei sapere quando arrivera' all' INTER un PRESIDENTE che nel giro di 2/3 anni spendera' 200 mln di €. per costruire una squadra di GRANDI CAMPIONI che poi duri nel tempo portando soddisfazioni. Io penso mai perche' noi siamo l' INTER la squadra senza IDEE e senza vittorie continue, ma solo a singhiozzi.
Siamo la squadra che vuole vincere vendendo i CAMPIONI e comprando i BIDONI.
Sono anni che vi do consigli sui giocatori e voi niente.
Vi avevo parlato di DANILO del Porto, ora lo vuole la JUVE, di LUCAS SILVA, ora e' a un passo dal REAL MADRID
di DORIA , ora e' al Marsiglia di BASELLI lo vuole il MILAN, di MARIO FERNANDES lo vuole il Milan e tanti altri giovani interesanti che starebbero bene all' INTER ma voi niente, voi andate a prendere solo gente vecchia perche' ha un nome. Mi fate i nomi di LAVEZZI, PODOLSKI ROLANDO KOLAROV, come al solito gente tra i 30 e 33 anni con la carriera finita e che prenderanno solo tanti soldi senza portare niente (vedi VIDIC).
Voi non saprete mai fare mercato ed per questo che vinciamo con la media di uno scudetto ogni 9 anni.
Voi siete solo dei falliti e non meritate di essere all' INTER.
Ma la cosa che mi fa piu' rabbia e' che ripetete le cose un infinita' di volte senza capire che e' sbagliato fate sempre gli stessi errori comprando BIDONI su BIDONI, il fallimento di MORATTI dal 95 al 2006 nel comprare gente stramba non vi e' servito a niente, continuate e continuerete all' infinito perche' all' INTER non ce' nessuno che capisce di calcio tantomeno i PRESIDENTI che abbiamo avuto finora dal 68 a oggi.
Non so' piu' cosa dire veramente, voi state facendo di tutto per mandare via i tifosi dell' INTER dallo stadio e per non guardarvi piu' neanche in tv, siete diventati lo zimbello del calcio italiano (col Milan) e con queste idee strampalate che avete ci vorranno tanti tantissimi anni prima di tornare a vincere qualcosa.
Speriamo almeno di non andare in SERIE B perche' la strada e' quella giusta.
BYE BYE".
Daniel