"Gli errori di Leo e i comportamenti milanisti"
Per essere dei buoni tecnici non basta essere intelligenti, simpatici e comunicativi con i giocatori e i media, ci vogliono anche anni di esperienza in panchina, cosa che Leo non ha. La maggior parte dei titolari dell’Inter è rientrata dalle trasferte con le rispettive nazionali in condizioni psico-fisiche non competitive con quelle dei titolari del Milan, l’incredibile e poco comune errore di Eto’o ne è la prova più evidente. I titolari del Milan, essendo in minima parte dei nazionali, hanno potuto riposare e preparare per tempo assieme ad Allegri il confronto con l’Inter, la quale è entrata in campo molle, ha preso il gol subito e non ha reagito nemmeno sul piano nervoso, subendo falli a ripetizione e sperando nella severità di Rizzoli che invece ha tollerato quasi tutto. Materazzi in campo, con qualche fallaccio a ricambiare quelli del Milan, avrebbe almeno dato quella scossa emotiva che è mancata. Qui iniziano le colpe di Leo: perché non preparare la partita con quelli che sono rimasti alla Pinetina, inserendo da subito qualcuno di loro? Le riserve servono a questo e, con la qualità di quelle che l’Inter possiede, Leo non deve temere di schierarle, sopratutto contro il Milan che avrebbe subito la pressione dei pronostici a favore. Avrebbero dato l’anima, garantendo quella reattività iniziale che è mancata, i titolari più stanchi avrebbero riposato in vista della sfida con lo Shalke 04 e il Milan avrebbe incontrato difficoltà a giocare contro una squadra sfavorita e ben chiusa in difesa. In caso di necessità, c’era tutto il tempo di inserire i titolari in corso di partita; e, se proprio, benché stanchi, volesse utilizzarli tutti fin dall’inizio, compresi quelli reduci da trasferte transoceaniche, perché giocare così sbilanciati, con tre attaccanti risultati inutili, giacché il resto della squadra non riusciva a creare gioco, in difficoltà anche per la disposizione di alcuni giocatori in ruoli impropri? Chivu è accettabile come terzino, ma come centrale fa danni e Zanetti serviva a centrocampo, dove la squadra pativa di più e ha fatto fare un figurone al vecchio Seedorf, in difesa la riserva naturale del duro Lucio è Matrix! La presunzione di Leo e la sua incapacità di sentire il polso della situazione hanno mandato i giocatori al massacro, provocando quello che l’Inter non si poteva assolutamente permettere: perdere! Un atteggiamento più guardingo e una disposizione più coperta avrebbero quantomeno garantito all’Inter il pareggio, pur in una situazione di contingente difficoltà.
Quanto al Milan, una squadra e una tifoseria senza onore e poca gloria. Basti citare il tifoso vigliacco che sparava il laser negli occhi dei giocatori interisti o, le scene in area di Robinho e Cassano (quest’ultimo poteva almeno aspettare che Zanetti gli posasse la mano sulla spalla e sentire un po’ di resistenza prima di tuffarsi per terra, tanto il rigore l’avrebbe avuto comunque e, poi, perché tanto accanimento contro una squadra già morta; è malato, ma per favore cambiategli lo psicanalista, quello attuale non vale niente!). Per quale motivo, inoltre, Pato e, nuovamente, Robinho, che guarda caso, hanno fatto la differenza, non sono stati convocati in nazionale come i rispettivi colleghi interisti? Il recupero di Pato, non disponibile in nazionale causa infortunio, ma in forma smagliante contro l’Inter, ricade nell’ambito del “miracoloso”, l’assenza in Scozia di Robinho in quello della dietrologia, ma nonostante la serata nera di un’Inter che, per le colpe di Leo, in pratica non ha giocato, il risultato, pur nella sua apparente nettezza, è bugiardo e solo gli episodi ne hanno dettato l’esito finale. Milan pertanto da rivedere e valutare con la Fiorentina. Rizzoli poi, non ha punito con severità i falli da giallo, fischiando però con eccessiva fiscalità ogni minimo contatto, spezzettando di continuo il gioco e contribuendo molto, com’è vizio in serie A, a limitarne la fluidità, pregiudicando così la squadra che deve recuperare. Fortuna nostra che in Europa si arbitra differentemente. Che dire infine sui recenti gol fantasma? Insistere dicendo che neppure il quarto giudice di linea può giudicare, se la sua visuale è nascosta dal portiere o da un giocatore e che un chip all’interno della palla risolverebbe ogni dubbio sembrano parole al vento".
Giuseppe