"Le nazionali rispettano chi se lo merita"
Anche oggi, Fabrizio Romano, nel suo articolo intitolato "Via Crucis", mette il dito sulla piaga del legame tra infortuni e nazionali. Condivido tutto! Quello che però manca nell'articolo, secondo il mio parere, è una analisi precisa indicazione su chi abbia le colpe di questa situazione. Mi scopro subito, la colpa è la nostra e dela nostra società! Perchè? Potrei portare mille esempi ma ne indico solo uno, l'ultimo in ordine cronologico. Non più tardi di tre giorni fa, Boateng del milan, affermava di non avere alcuna intenzione di partecipare con la sua nazionale, il Ghana, alla Coppa d'Africa. Non è una novità. In questi ultimi anni abbiamo spesso assistito a queste uscite di giocatori di Milan e Juve senza che, successivamente, vi fosse alcuna conseguenza. Non solo. Spesso e volentieri, anche alcuni mesi fa con l'Italia, i giocatori del milan ricevono il "favore", sebbene convocati, di giocare sprazzi di partita mentre i nostri si fanno i 90 minuti. A voler pensare male non è bello ma spesso ci si piglia. Non è che queste due squadre riescono a farsi tutelare mentre la nostra è considerata, a livello societario, al pari di una provinciale? Non è che forse Oriali queste cose le faceva pesare mentre gli attuali dirigenti hanno il timore sol oad alzare gli occhi"? Mi ricollego poi all'intervista di oggi a Ghedini, laddove afferma che non condivide assolutamente il basso profilo con cui la nostra società si è mosrtata nella vicenda scudetto 2006 (il più bello della nosrta storia). Sono d'accordo con lui e lo ho già scritto due volte su questo nostro mezzo di informazione (parziale, ma è l'unico rimasto visto lo schieramento di quotidiani e televisioni che ci troviamo in Italia). Non è che anche in questo caso sia mancata la società Inter? Io penso di sì e da quello che leggo lo pensano quasi tutti i tifosi. Allora un invito al Presidente. Visto che solo per l'Inter esiste il fair play finanziario non è forse ora di riabbracciare Oriali e fare crescere attorno a lui due o tre giovani dirigenti di prospettiva, risparmiando così anche sugli alti ingaggi degli attuali che si stanno distinguendo per la loro "pochezza", risultati alla mano? Non è che per Milano passerà ancora un altro Mourinho, capace di sostituirsi alla dirigenza sia per difenderla che per fare mercato (ricordo che il mercato del triplete l'ha fatto lui). Quindi pensiamo a tutelarci diversamente e questo si che sarebbe un bel rinnovamento e starebbe anche in linea con i nuovi dogmi di Moratti: bassi costi di ingaggio, fair play finanziario ed inserimento di giovani!"
Marco