Post Torino-Inter, il parere dei tifosi nerazzurri
"Bene vincere. Bene il 1°tempo. Male il 2°tempo.
C'è Tanto da crescere ed è un bene. Avanti!
Cosa è cambiato dopo l'intervallo?
Kondogbia e Melo non ne avevano più, quindi il centrocampo non c'era più. L'Inter non ha più saputo gestire la palla nemmeno quando si doveva solo far finire la partita.
Filtro e Spinta del centrocampo dovevano essere rivitalizzati già dopo dieci min. del secondo tempo. Brozo e Gnoukuri in panca per tutto il match. Perchè ?
Il nome Pirlo dice chiaro che Mancini sa benissimo cosa serve come il pane. Se Pirlo non arriva deve arrivare qualcun altro con caratteristiche simili e già di ottimo livello.
Saluti".
Gianluca
"In genere sto con Lapo de Carlo, ma non in questa occasione. Perché la gara di domenica contiene i prodromi di una crisi che io vedo in anticipo anche quando si vince ed anche dal mio punto di vista se si vince va bene tutto, anche giocare male. Vado ai punti:
L'Inter non ha gioco. E' un fatto. Vince con gollazzi occasionali che poi mette a frutto. Potrebbe anche funzionare se durasse. L'Inter non prende gol, ma non segna. E le squadre che non segnano non vincono i campionati. E' un fatto. L'Inter non ha un suo uomo nella classifica marcatori. Cosa bizzarra per i primi in classifica. Aggiungo: come può segnare Icardi se a centrocampo hai Melo, Kondo e Medel? L'Inter cambia sempre la squadra, ma vince. Per me è abbastanza casuale, visto che le grandi squadre con risultati importanti partivano sempre dalla stessa formazione base. E' così che si creano automatismi che poi diventano supremazia nella partita. Questi ragazzi, con i problemi evidenziati, potranno difendere il 3 o secondo posto? Io non credo. Spero di sbagliarmi. E comunque godiamoci il momento".
Enzo
"Gentile Redazione,
giocando un po’ sull’identità del direttore di gara pistoiese Irrati, lo stesso che arbitrò anche il penultimo incrocio a San Siro tra Inter e Torino del gennaio scorso - deciso da Moretti al 94° - stavolta si può ben supporre che irati, ossia arrabbiati a fine gara, siano stati decisamente i granata. Ai quali - nel cosiddetto lunch match - il menù confezionato da cotanto Kondogbia deve essere risultato particolarmente indigesto, con somma disperazione del Bargiggia di Cologno Monzese, per il quale forse ci sarà bisogno di un urgente TSO dopo i recenti sproloqui gratuiti sulla farsesca valutazione di mercato data al francese. D’altronde che ai piemontesi andassero di traverso le gare disputate in un orario di gioco canonicamente riservato - almeno per i non atleti - al pranzo domenicale (H 12:30) non è proprio una novità: infatti, a partire dall’anno successivo al loro ritorno nella massima Serie (stagione 2013-14), i granata hanno disputato - con quella di domenica - ben 9 gare in quella fascia oraria, non riuscendo mai a vincerne una e tribolando di brutto a causa di una vera e propria “indigestione” di sconfitte, ben 6 - di cui 4 proprio nel loro stadio - più 3 pareggi, di cui 2 in trasferta. Quasi diametralmente opposto lo score dell’Inter che, dalla stessa stagione e nel medesimo orario, riporta un totale di sole 5 gare disputate, ma annoverando 4 vittorie (di cui 3 lontano da San Siro, 2 quest’anno) ed 1 solo inciampo esterno che, pertanto, può far dire che i nerazzurri ieri abbiano vinto 2 volte, l’una sul campo e l’altra, con tutta evidenza, anche dietro ai fornelli.... E se risultano già 7 le vittorie per 1-0 di quest’anno - sulle quali i media non mancheranno di "sollazzare" i lettori nelle prossime due settimane di sosta del campionato, con voli pindarici che ri-spazieranno dall’Inter trapattoniana dei record al Milan capelliano degli anni ‘90 - altrettante (5 a San Siro e 2 nel capoluogo piemontese) sono quelle che hanno finora configurato la “dura legge” del successo col minimo scarto imperante pure in tutti gli incroci tra Inter e Toro a decorrere dall’ultima vittoria granata in casa loro del 1994. Diventerebbero 8 (su 22 sfide totali) contando anche il predetto ultimo successo torinista in trasferta. Dopo tutte queste note di colore a metà tra la statistica e la culinaria è doveroso sbugiardare il presunto istrionismo del tecnico Mancini che anche il sottoscritto, sbagliando, aveva inizialmente derubricato a confusione, insicurezza se non addirittura a classica passione per i cosiddetti coup de théàtre, vedi Fiorentina. Checché ne abbia detto Sconcerti ieri sera a Sky, forse è più corretto chiamarlo proprio camaleontismo, come aveva quasi profetizzato domenica il Vs. editorialista Borzillo. Mancini avrebbe “sviluppato” notevole sagacia tattica nonché un’umiltà quasi da tecnico di provincia (riconosciutagli persino dal collega Ventura e supportata occasionalmente pure dalla dea bendata che, ad onor del vero, non può mai latitare nella annate fortunate), riuscendo a modellare formazioni e moduli nerazzurri agli avversari di turno, ma creando lo scompiglio redazionale fra i cronisti del settore che non riescono mai ad imbroccare uno schieramento.
Oltre a tutta la narrazione statistica para-trapattoniana o capelliana i media sportivi saranno forse portati ad indugiare (per “investigare” ulteriormente) su alcune titolazioni apparse velatamente pseudo-pornografiche, tipo per esempio quella che nei giorni scorsi recitava più o meno così: ”Scrivi Miranda-Murillo, leggi Samuel-Lucio: Mancini ha la sua diga”. E ci mancherebbe altro, visto che il tecnico jesino aveva annunciato via social (ma la privacy, Mancio?), già 4 mesi orsono, l’avvio delle pratiche per la separazione dalla moglie dopo ben 25 anni di matrimonio.... Si sa che un uomo, per giunta allenatore, senza “diga” non può stare! Battutacce a parte, la complementarietà della coppia di centrali sudamericana - la velocità esplosiva del colombiano (a ricordare quella dell’illustre connazionale e predecessore Cordoba) abbinata al senso tattico ed alla maggiore esperienza del brasiliano - trovano il conforto dei numeri, suffragati anche dalla ritrovata impenetrabilità di Handanovic: 8 gare su 12, il 66%, terminate con la porta inviolata. Con queste premesse e dopo l’ultima sosta dell’anno solare per le nazionali si attenderanno con trepidazione - più che la interlocutoria 13.ma giornata (dagli esiti - sulla carta - quasi scontati, nel senso che non dovrebbero alterare le attuali distanze in classifica) - i risultati serali dei 2 scontri diretti in programma lunedì 30 novembre, come appendice della 14.ma giornata. Secondo la graduatoria attuale, si affronteranno alle 19:00 la 1a (Fiorentina) in casa della 5a (Sassuolo) ed alle 21.00 la 2a (Inter) fra le mura amiche della 4a (Napoli). Ci sarà da “divertirsi”: la sofferenza fa parte del pacchetto nerazzurro, per l’eventuale godimento meglio parlarne a posteriori, temendo magari un coitus interruptus partenopeo.
Cordiali saluti.
P.S.: un’ultima annotazione statistica che potrebbe pure odorare di “sana” dietrologia. Pochi forse se ne sono accorti, ma le due squadre diversamente capolista si distinguono - fra le altre cose - anche per due precisi primati: quella nerazzurra per la difesa meno battuta (solo 7 gol presi) e fin qui è la scoperta dell’acqua calda; la viola, invece, per il numero dei rigori fruiti finora (ben 5), nonché per essere fra le poche squadre (insieme a Juve, Palermo ed Empoli) a non averne subìto ancora 1. Dopo quasi 2 anni di governo Renzi, vuoi vedere che la tradizionale compiacenza delle integerrime (sic!) istituzioni pallonare nostrane verso i cosiddetti “poteri forti” - già sperimentata e documentata nel precedente ventennio berlusconiano (limitando la retrospettiva agli ultimi 10 campionati, la squadra rossonera ne ha chiusi ben 7 con i rigori a favore in doppia cifra....) - comincia a generare quei frutti germogliati già nella stagione 2013-14 (combinazione
l’anno delle ultime elezioni politiche), col primato - all’epoca - delle massime punizioni a favore fruite dai viola in una singola stagione e negli ultimi 4 tornei (ben 12 rigori)? Controllare per credere! Sì, certo: gli obiettori gigliati (di poca coscienza) potrebbero pure replicare che il record dei rigori a favore non è altro che la logica conseguenza del maggior volume di azioni offensive sviluppate dai giocatori di Sousa: ed infatti la Roma - che ha segnato “solo” 3 gol in più dei viola - ha beneficiato giusto ieri del 1° rigore, mentre il Napoli, invece - che ha messo nel sacco soltanto 2 reti in meno dei toscani - sta ancora a zero....(leggansi annesse lamentele di Sarri). E poi quel raptus quasi folle del doriano Zukanovic (e per fortuna mancato nerazzurro) che ha portato al rigore di Ilicic ha ricordato più un gesto tecnico di altri sport: pallavolo o pallamano? Mai vista una roba del genere! Un’ultimissima chicca: col penalty di Marassi, la Fiorentina ha staccato di una lunghezza (39 a 38) la coppia Milan e Napoli nella “speciale” classifica del progressivo rigori fruiti a decorrere dalla stagione 2011-12 fino ad oggi (che anche alcuni media televisivi avevano proposto giusto 1 anno fa); graduatoria nella quale l’Inter eccelle naturalmente “dal basso” con soli 25 rigori a favore (al pari della Roma) e ben 32 subìti: praticamente la somma di quelli degli stessi partenopei (vergognosamente solo 9....) e dei medesimi rossoneri (22) - pure con l’avanzo di 1 - e giusto il doppio di quelli dei bianconeri (16)...".
Orlando