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"Strategie per il settore giovanile. Partendo da Zeman"

di Redazione FcInterNews

Gentile redazione,
nonostante attualmente imperino i suggerimenti per gli acquisti da parte di noi tifosi, vorrei evitare di spendere le mie personali preferenze (spero che i nostri dirigenti siano consapevoli della loro strategia a dispetto dell’apparente sua attuale assenza) per porre l’attenzione su un aspetto su cui mi pare che nessuno consideri ma che ritengo strategico per noi in prospettiva futura. Mi riferisco per la precisione alla necessità di sapere crescere in casa i giocatori di domani date le evidenti difficoltà economiche della società (chi lo avrebbe mai detto che ci saremmo ridotti a dovere vendere prima di comprare come una qualunque provinciale?).
Dall’analisi degli ultimi anni è possibile verificare che, al di là dei complimenti molte volte interessati o autoreferenziali con cui si sono giudicate le qualità delle nostre formazioni primavera recenti, bisogna riconoscere che in realtà il risultato è sempre stato mediocre rispetto alle attese. Gli unici due giocatori che hanno dimostrato recentemente di poter giocare ad alti livelli (Balotelli e Santon) si sono persi per motivi diversi senza che la società sia stata in grado di anticiparne la caduta e anche quelli che oggi potrebbero crescere (Coutinho e Obi) non sono stati fatti giocare nemmeno quando tutti i titolari del ruolo erano infortunati a dimostrazione che in realtà in loro non si crede.
Anche il lavoro degli scout sparsi per il mondo non si può dire abbia prodotto nulla di meritevole (o volete che ci entusiasmiamo alle giocate di un Alibec o alle giocate di Jirasek?). Quest’anno spereremo in Castagnois e Alborno in attesa di Oña ma dubito che il risultato cambi: i nostri scout la capacità di individuare un Pastore, un Sanchez o un Hazard in anticipo non ce l’anno mai avuta, lo dicono i fatti. Non dobbiamo illuderci con la presenza dei nostri giocatori nelle varie rappresentative nazionali perché il bassissimo livello medio dei giocatori italiani (vedere i risultati ottenuti dalle varie Under) rende scarsa la concorrenza e nessuno dei vari Under 21 o Under 19, tranne forse Crisetig che venderemo prima o poi, ha reali possibilità di una carriera ad alto livello nell’Inter (anche se spero di sbagliarmi ovviamente!).
In ultimo, ma non meno importante, vorrei porre l’accento sulla scarsa capacità degli allenatori delle giovanili, Pea in primis. Ho visto più volte le partite della primavera quest’anno e ho notato che Pea ha sempre puntato solo sulla forza fisica dimenticando tecnica e tattica senza privilegiare né i risultati (troppe partite decisive perse), né l’apprendimento della tecnica individuale, né il gioco di squadra (non si era detto che tutte le nostre formazioni avrebbero dovuto giocare allo stesso modo?), né la valorizzazione individuale, né l’attaccamento ai colori sociali. Di una squadra primavera non conta quanti titoli vince ma quanti giocatori fornisce alla prima squadra ogni anno e noi siamo fermi a zero. La squadra B del Barcellona non domina il suo campionato e non vince tornei come la nostra eppure fornisce ricambi di qualità alla prima squadra. Ma noi ci esaltiamo per un torneo di Viareggio vinto…
Tirando le somme risulta che i nostri giovani non sono addestrati alla tecnica e alla visione di gioco, non hanno senso di appartenenza (sono tutti pronti ad andare via alla prima occasione con poche eccezioni) e li utilizziamo solo come merce di scambio. In parole povere: non li sappiamo crescere.
In futuro questo sarà fondamentale perché, se non si fosse ancora capito, Moratti, sazio dei successi ottenuti, ha trovato la scusa del FFP (sembra una legge “ad Inter” visto che vale solo per noi…) per non investire più e quindi non rinforzerà la squadra per restare almeno agli attuali livelli.
Occorrerebbe perciò investire nel settore giovanile non tanto dal punto di vista economico ma con personale più qualificato (allenatori e scout), una programmazione seria e costante e con un’idea di gioco in mente. Come è possibile che gli osservatori dell’Udinese risultino sistematicamente migliori di quelli dell’Inter? Se il nostro modello deve essere il Barcellona e la sua cantera (cosa secondo  me discutibile visto che loro hanno un solo avversario contro cui non dover sbagliare mentre in Italia si può rischiare di perdere con chiunque e non si possono azzardare i ragazzini più di tanto) cosa fa la società per avvicinarcisi?
Per questo motivo, data l’attuale assenza di un allenatore per la primavera, suggerisco per quel ruolo il nome di Zeman. Ha idee di gioco chiare (prima però lo mandiamo insieme a Leonardo a fare ripasso sulla difesa), sa lavorare con i giovani, è antimoggiano, ha prodotto buoni giocatori con poche risorse e potrebbe produrne campioni con materia prima di livello più alto, ha carisma. Vista la sua recente disponibilità, di cui ho letto sui giornali, ad allenare la primavera della Roma forse potremmo fare un tentativo e lavorare in prospettiva.
Inoltre si potrebbero stabilire rapporti più collaborativi con piccole ma serie società di serie A o grosse di B per la valorizzazione di quei giocatori giovani che meritino una chance a livelli superiori per dimostrarsi da Inter. Chievo, Lecce, Cesena e Torino, per esempio, sono società ben organizzate e con presidenti la cui parola e correttezza nei nostri confronti non sono mai mancate (non si può dire lo stesso di Preziosi che sopravvaluta tutti i suoi giocatori costringendoci a spese maggiori del necessario) e, dietro la promessa di un giusto premio di valorizzazione stabilito a priori o di un aiuto nelle loro campagne di rafforzamento, potrebbero aiutarci nella formazione dei nostri prossimi campioni. Le mie sono solo idee di un tifoso che cerca di essere attento alle strategie per rendere costantemente più forte l’intera struttura societaria piuttosto che ai singoli nomi di giocatori le cui fortune sono passeggere il più delle volte ma chissà se società e dirigenti leggeranno questa mia opinione e rifletteranno su di essa. Forza Inter sempre e comunque".

Armando


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