Tifosi tra vittoria e arbitraggio: è sempre derby
Solo 2 settimane fa, se un pittore avesse dovuto dipingere questo derby, avrebbe utilizzato un solo colore: il nero.
Nero come l'atrocità dei dubbi nel vedere in panchina, in occasione di un evento del genere, un allenatore provinciale, il Sig. Andrea Nessuno, spuntato dal nulla (come se esistessero allenatori "già imparati").
Nero come il mercato gestito da Marco Branca (lo stesso Marco Branca che ha portato gli uomini del Triplete, sì sempre lui). Capace di vendere solamente senza comprare adeguati ricambi.
Nero come il suo Presidente che per alcuni benpensanti si era stancato di vincere.
Nero come l'oscuro mistero della cessione di Julio Cesar o meglio dell'acquisto di Handanovic prim'ancora della cessione dell'Acchiappasogni.
Nero come i titoli di cosa di due vecchi come Zanetti e Cambiasso. Due senatori all'italiana: avari del loro posto in squadra a dispetto di qualsiasi logica societaria o scelta tecnica.
Nero come una lampadina fulminata che non illumina la stanza dove c'era Maicon e la sua voglia di restare all'Inter.
Nero come il buco nel bilancio che ci sta lasciando la mancata partecipazione all'attuale Champions'.
Nero a fasce bianche come la maglia del Siena del Comandante Serse (che ieri avrebbe meritato ben più fortuna contro la solita Juve ladra).
Bhè, io come pochi, abbiamo sempre visto una tela a colori… Quantomeno non solo nera ma con delle sfumature di azzurro e qua e là dell'oro ad impreziosirla. Perché se amiamo l'Inter non possiamo non aver fiducia di chi guida la nostra squadra. Soprattutto se stiamo parlando di un super tifoso come Moratti. Non un semplice imprenditore col suo giocattolo. Non un politico che sfrutta la squadra per la sua ascesa politica. Non un cinefilo che non ha mai respirato aria di calcio in famiglia. Cazzo, Massimo Moratti è uno come noi (semmai il contrario, soprattutto a livello economico, non lo sarà mai). Un tifoso che soffre per le scelte da prendere. Che non ci sta a perdere. Che c'ha coraggio in questo momento dove la crisi sta investendo anche il calcio. Suscettibile quanto e più di noi alle battute tipo "non vincete mai". Che, fortunatamente, non legge i giornali e le stronzate che ci scrivono. Che non fa il mercato in funzione della volontà del Lille di monetizzare con la cessione di Debuchy (poi stranamente rimasto a Lille). Uno che ne ha cacciata di gente quando l'ha ritenuto necessario. Uno che ha sempre fatto, continua a fare e non vedo perché non dovrebbe volere solo il bene per la nostra Inter.
E quindi diamo finalmente colore a Mister Strama capace di bissare il successo nel derby d'esordio dello scorso anno (quello che ahimè sancì la vittoria matematica dello scudetto dei gobbi). Un allenatore ruspante, allevato nella nostra aia, che conosce i suoi polli. Quelli da cui ripartire con la rifondazione: i giovani della Primavera con i quali ha vinto la Next Generetion Cup. Un allenatore che a fine derby è andato a dedicare questa vittoria a noi tifosi. Ancora più Stramala di quanto mai lo fosse stato. Un allenatore senza puzza sotto al naso, di quelli (tanti) che son passati sulla nostra panchina.
Diamo colore al mercato di Marco Branca. Quello fatto con le reali difficoltà del caso e non coi giornali. Quello fatto coi presidenti che si rimangiano le parole e gli accordi. Quello in cui sceicchi e petrolieri esercitano troppo fascino su gentaglia che preferiamo non avere più.
Diamo colore al nostro nuovo grande portierone che quando è tra i pali ti mette tanta sicurezza che negli ultimi tempi anche Julione non garantiva al 100%.
Diamo colore ad un rinato Cambiasso che non è affatto finito.
Diamo colore (che forse non ne basterà mai) all'eterno capitano: Javier Zanetti.
Diamo colore ad un progetto che, partito in sordina, sta trovando la giusta quadratura e al momento è a soli 4 punti da squadre sicuramente migliori come Juve e Napoli (sebbene, e purtroppo, resterà solo la prima col passare del tempo lì davanti).
Diamo colore anche quando tutto sembra nero.
E che quei colori siano sempre il nero, l'azzurro e l'oro delle stelle".
Tiberio
E' da domenica sera che mi sforzo di ignorare le lamentele di quelli che il derby l'hanno perso per la terza volta di seguito, ma adesso due righe voglio scriverle.
L'anno scorso la squadra di cui sopra si è abituata a perdere i derby (abitudine da non abbandonare!) venendo sopraffatta, oltre che nel risultato, anche nel gioco quindi quasta volta, che il bel gioco non c'è stato (e pazienza cari esteti, ci "accontenteremo" solo dei 3 punti), rosica ancor di più, schiuma rabbia, vorrebbe prendersela (e se la prende) con l'arbitro, le istituzioni, il dio del calcio, lo spread e chi più ne ha più ne metta... ritengo però che dovrebbe prendersela solo con se stessa.
Un tempo intero in superiorità numerica ha prodotto una sterile supremazia territoriale e con chi ce la si può prendere se non con se stessi?!
Vogliamo sottolineare il fatto che se Milito non avesse incredibilmente sbagliato l'insbagliabile (quando ti svegli Diego?) la partita rischiava di diventare drammatica per la squadra di casa?!
E veniamo all'arbitro che avrebbe condizionato il derby...
Sulla discussione a inizio partia con l'arbitro, l'allenatore che ha perso gli ultimi tre derby di seguito andava espulso, ma è stato graziato!
Sul primo fallo di Samuel, è prassi lasciare che gli animi, così esaltati in una partita tesa per definizione, si assestino un pò prima di diventare rigidi nel comminare ammonizioni e quant'altro.
Sugli ultimi 12 secondi del primo tempo non giocati, che dire?! Forse in quei 12 secondi il risultato poteva essere completamente ribaltato, ma molto probabilmente (diciamo al 99,99%) non sarebbe cambiato niente! Sì è ovvio, i tempi vanno giocati fino all'ultimo ma attaccarsi a questo epsodio significa non avere niente di tecnico da dire per giustificare la sconfitta... 12 importantissimi secondi, stento a crederci!
Sull'espullsione di Nagatomo, l'arbitro è stato al di sopra di ogni sospetto rossonero o no?
Sul rigore richiesto per fallo di Samuel, l'unica cosa che si può dire è: non c'è fallo, non c'è rigore. Il ragionamento non fa una piega, ma si potrebbe anche aggiunere, per onestà intelettuale, che forse il fallo c'era come ce ne sono tantissimi in aerea di rigore ad ogni partita: non vengono assegnati perché le partite non possono terminare 18 a 19 o giù di lì e i display che segnano il risultato hanno solo una cifra per squadra!
E veniamo al gol annullato... L'ovvietà che è stata già spiegata è che il gioco è stato fermato dall'arbitro col suo fischio quindi Montolivo ha calciato in porta a gioco fermo, conclusione: nessun gol annullato e ammonizione al giocatore come da regolamento (l'arbitro questa volta ha graziato il centrocampista rossonero non ammonendolo e questo "pareggia" la mancata ammonizione iniziale a Samuel). Ma perché l'arbitro ha fischiato? Molto probabilmente ha visto nell'intervento di Emanuelson (credo) un fallo sul portiere: ok, il fallo non c'era, errore dell'arbitro ma è un errore che non ha condizionato la partita perché sul tiro successivo di Montolivo (se il gioco non fosse stato fermato) c'era un furiogioco dello stesso Emanuelson ed è un fuorigioco che non si può considerare passivo in quanto, trovandosi proprio davanti ad Handanovic, lo ostacolava quindi, COME DA REGOLAMENTO, fuorigioco attivo e gol da annullare!!!
Ma allora non capisco: se l'arbitro, come ho spiegato, non ha condizionato il risultato, l'Inter non ha giocato benissimo, la squadra di casa aveva il vantaggio di un uomo, perché la partita è finita 0-1?
La vita insegna che, nella maggior parte dei casi, la risposta più semplice è quella giusta e la risposta è che ha vinto meritatamente la squadra più forte, quella che domina Milano.
Un saluto consolatorio ai cugini rossoneri e un suggerimento: non prendetevela con l'Inter se l'anno scorso, perdendo entrambi i derby, avete perso lo scudetto, prendetevela solo con voi stessi!".
Leonardo