Voce al tifoso - Il derby ancora al centro dei discorsi
"Sarà stata una eccezione? Per poter rispondere a questa domanda occorre fare una analisi più in dettaglio. La eccezione Inter è la discrepanza tra gol fatti ed expected goal con i dribbling tentati. Come sapete nei top 5 campionati, lo scorso anno, l’Inter è l’unica squadra, piazzata nei primi posti (seconda) per media gol a partita e con una infima classifica invece sui dribbling. Spiegazione data dagli esperti e’ che sono i movimenti, gli scambi di posizione, gli inserimenti, senza palla che producono tutto ciò. Ovvio che per fare questo occorre che tutti atleticamente siano pronti a questo sforzo con continuità. Altra osservazione, la società non si è nascosta e Marotta dice che l’Inter punta al massimo in tutte le competizioni. Ciò non significa vincere ma competere per la vittoria. E se non arriva? Quanto reggeranno i bilanci con ingaggi plurimilionari? E cosa farà Oaktree (un fondo che deve rendere conto ai clienti dei guadagni mancati)? Ancora, la critica ha sentenziato che il mercato ha dato all’Inter due squadre. La critica troppo frettolosamente ha incensato il gioco di squadra di Inzaghi omettendo un particolare Veniamo alle risposte. L’eccezione di cui al punto 1 sta nello sforzo atletico che venendo a mancare, in questa stagione incideranno le 70 partite (arrivando alla finale nelle competizioni), potrebbe portare a stop inaspettati. Le decantate due squadre lo sono sulla carta perché una formazione (e sappiamo quale) è imprescindibile per far risultato. Nei casi di calo fisico Inzaghi non ha predisposto un piano B. Per sue responsabilità o per quelle della società? Manca sempre qualcuno (anche più di uno) che dribbli l’uomo ed in certe circostanze serve come il pane. Di certo ieri il Milan ha dimostrato di poter fare cambi mantenendo inalterato il suo livello di gioco, forse facilitato da un giorno di riposo in più ed avendo giocato in casa in UCL, al contrario dell’Inter che ha giocato in trasferta in UCL un giorno dopo e che i cambi hanno evidenziato un abbassamento del livello tecnico e di gioco. Ultimo, non ci si può affidare, in spazi larghi, ad Acerbi, urge un difensore veloce, meglio due, che al momento non ci sono in rosa. Quando come ieri sera la partita si spacca a centrocampo, la difesa è troppo vulnerabile. Salvo forse Pavard e Carlos Augusto, gli altri centrali non sono in grado di stare al passo degli attaccanti in velocità. Mancano centrali di colore, con fisico esplosivo. Purtroppo non si è mai ovviato alle lacune su questo tipo di centrali e sugli attaccanti che saltano l’uomo. Conclusione, l’Inter non è la più forte d’Italia me ce lo fanno credere. Penso sarà una stagione di alti e bassi ma scarsa di titoli, speriamo mi sbagli. Mettiamoci il cuore in pace e sosteniamo comunque la squadra senza troppi isterismi. Non vorrei che ci abbiano fatto entrare in un ristorante stellato (tra le top europee) e scoprire di non poterne pagare il conto ed il conto li dentro e’ salatissimo che solo pochi, Man City e Utd, Real Madrid, PSG, Liverpool, per dirne alcuni, possono permettersi e sono tutti, non in mano a fondi, ma per lo più a tycoon di vario genere con fatturati top e sostanze quasi illimitate dei proprietari".
Fredrik
"Sapete che c'è? Ieri sera, lunedì post derby, ho visto il film Due stelle sul cuore e, se all'uscita dello stadio mi domandavo cosa fosse successo, ho trovato la risposta: la fame e la determinazione. L'Inter dell'anno scorso aveva un'idea chiara in testa, partiva dalle sconfitte degli anni precedenti, era focalizzata e compatta verso un obiettivo. La svogliatezza, la lentezza, l'indolenza nell'affrontare i tackle a centrocampo (non ne abbiamo vinto uno) sono frutto di una "pancia piena" a cui ha contribuito la partecipazione ad un film che ne ha celebrato la stagione (quasi) trionfale. Se non fosse che lo sport è così, e a maggior ragione il calcio di oggi, soprattutto con l'assenza di veri fuoriclasse che possano a soli cambiare le sorti di una partita, se non ti butti, compatto, con la stessa cattiveria e ferocia ogni stagione, devi ripartire d'accapo, ricominciare dalle piccole cose, farti sorpassare per vedere se hai le capacità e le forze di recuperare. Per questo sono vincenti Conte e Simeone, che sicuramente non fanno giocare bene le loro squadre, ma trasmettono ai propri giocatori una cattiveria e determinazione costante, e si scontrano con chi, sotto sotto, la voglia di ammazzarsi per il risultato non ce l'ha. Forse neanche Inzaghi? Forza ragazzi che lo sport (....) è bello ma è duro; dalle stelle alle stalle nel giro di 12 mesi, come il Napoli di un anno fa. Queste cose si possono insegnare? Certamente bisogna fare qualcosa, bisogna veramente convincersi che il 101% di impegno è a 360°, non solo nell'andare all'allenamento in orario, e comportarsi da professionisti veri, ma vincere ogni singolo scontro e muoversi come un unica macchina da guerra, compatta. Perchè è un attimo prendersi 10 punti di svantaggio ed essere impossibilitati a recuperarli. Abbiamo dimostrato di saperlo fare, ed in modo eccellente: dobbiamo continuare e ritrovare la carica, perchè ora lo step è la riconferma ed il raggiungimento di uno status di squadra top vera, non quella che fa la stagione buona e poi rientra nei ranghi. Il Milan è sicuramente inferiore sia come giocatori che come squadra, ma ha saputo cogliere l'occasione che gli abbiamo dato, e da oggi tutti sanno che se saranno più incacchiati di noi avranno chances di vittoria".
Matteo
"Gentilissimi di fc Inter news, rimane ancora da vedere se la nuova formula della Champions League sia quella giusta. Si sono viste goleade improbabili e stadi non del tutto pieni: staremo a vedere. È un fatto però che il nostro calcio somigli sempre più ad un istituto di mutuo soccorso con un eccesso di clubs professionistici insostenibile non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista di chi segue sempre più confuso da piazze improbabili e campi di dubbio valore. Secondo me il campionato nazionale deve tornare a sedici squadre con tre retrocessioni,con una serie B a venti squadre e due gironi di serie C. Siamo cresciuti così noi nati nel '70 e nei campi di provincia vedevamo giocatori strordinari che chiudevano carriere gloriose nella serie D. Perchè a pagare il prezzo di questo vagone professionistico non sono stati solo i tifosi della serie A ma anche e soprattutto il calcio dilettantistico sempre più svuotato e usato dal grande circus dei professionisti. Da piccoli abbiamo imparato che il calcio era impegnativo,duro e che la selezione era impietuosa. Come è giusto che sia per lo sport che resta soprattutto una gara per arrivare più in alto possibile. Distinti saluti".
Andrea