Dalla sfida al Barcellona alla trasferta di Bergamo, tra le più ostiche delle ultime stagioni. Alla ricerca dell'ottava vittoria consecutiva in campionato, Spalletti deve rinunciare a un Nainggolan non al meglio. A centrocampo giocano sia Vecino che Gagliardini, ai lati di Brozovic. Miranda-De Vrij al centro della difesa, D’Ambrosio terzino destro. Gasperini ritrova Toloi, a destra nel terzetto difensivo completato da Mancini e Djimsiti. In avanti, Gomez alle spalle di Ilicic e Zapata.
PRIMO TEMPO - Proprio il tridente offensivo, con Gomez trequartista, caratterizza lo sviluppo di gioco, di forte impronta atalantina. L’argentino lavora su Brozovic in fase di non possesso e dialoga efficacemente con i compagni di reparto nella costruzione offensiva. Gli strappi di Zapata sul centro sinistra e la qualità di Ilicic sul centro destra mettono in difficoltà Skriniar e Miranda, aprendo spazi per le discese degli esterni, con i terzini ospiti spesso tagliati fuori e poco supportati dai ripiegamenti delle ali. Perisic e Politano vanno infatti a “giocare” sui centrali di riferimento, sempre coraggiosi e puliti in fase di uscita. La spinta dei padroni di casa produce subito, o quasi, gli effetti sperati: Gosens sfrutta le uscite ai quali è costretto un disattento D’Ambrosio per mettere palloni taglienti in area di rigore e, in uno di questi, Hateboer sfrutta l’accentramento di un altrettanto disattento Asamoah per bucare da posizione ravvicinata la porta difesa da Handanovic. In fase di possesso degli uomini di Spalletti, si ripropone il duello tra i due attaccanti orobici e i due centrali interisti, quasi mai lasciati liberi di costruire dal basso. L’intensità e l’aggressività messa in atto dagli 11 in nerazzurro complica ulteriormente il giro palla degli 11 in bianco, caratterizzato da troppi tocchi e tempi di gioco, a fronte dei pochi spazi a disposizione. Se il Papu ostacola Brozo, Vecino e Gagliardini, sempre proiettati ad alzarsi, non si muovono con i tempi giusti e perdono il confronto con De Roon e Freuler, dominatori a tutto campo, tra raddoppi a sostegno della fase difensiva e inserimenti a sostegno di quella offensiva. E quando anche i difensori escono in pressione, sono gli esterni a occuparsi di Perisic e Politano, alla ricerca, senza successo, di vie alternative intente a produrre trame di gioco in aiuto a un generoso quanto poco incisivo Icardi. Nella parte finale sono ancora i padroni di casa ad andare vicino al gol. Il trio offensivo attira fuori dalla propria posizione iniziale i giocatori ospiti, gli uno-due nello stretto creano superiorità numerica sulle fasce, Gosens continua a proporre traversoni interessanti, i compagni riempiono l’area di rigore e Handanovic si supera. Diversa reattività e attenzione sono altri strumenti che raccontano la prima frazione.
SECONDO TEMPO - Borja per Vecino il cambio di Spalletti per riorganizzare la sua Inter, il rigore trasformato da Icardi - a premiare una forte pressione iniziale - l’episodio che rimette subito il match in equilibrio. Per qualche minuto, i nerazzurri ospiti sembrano guadagnare campo, godendo di maggiore libertà nella costruzione sugli esterni e più fiducia nelle scelte offensive. Gosens e Hateboer attaccano meno, il ritmo del match si attenua, ma veri pericoli dalle parti di Berisha non se ne vedono. In casa orobica, Gasperini deve rinunciare a Toloi, al suo posto Castagne, con il numero 33 a scalare a destra nei tre di difesa. Il terzetto arretrato, anche nella sua nuova composizione, continua a vincere i duelli individuali, ad accompagnare l’azione e a raddoppiare sui possessori di palla ospiti. E poco dopo la mezz’ora, a dominare anche nell’area opposta, con “quello” di sinistra, Mancini, a riportare in vantaggio i i padroni di casa sfruttando al meglio una palla inattiva battuta dal “solito” Ilicic e siglando il suo terzo gol consecutivo. Keita per Politano la seconda sostituzione in casa Inter nel tentativo di aumentare la forza offensiva nell’ultimo quarto di gara, ma l’inerzia del match torna prepotentemente a favore dell’Atalanta. Il senegalese si disimpegna il alcune discese personali soprattutto sull’out sinistro, con Perisic a destra, senza tuttavia trovare sbocchi incisivi e decisivi negli ultimi metri. Gasperini inserisce Pasalic per Zapata, spostando Gomez nel ruolo del colombiano, mentre Spalletti si gioca la carta Vrsaljko come ultimo cambio (esce Miranda, D’Ambrosio fa il centrale al fianco di Skriniar). Il croato spinge, così come Asamoah prova a farlo sul versante opposto, il tutto senza troppa convinzione e precisione. Le idee sono confuse e la fluidità di manovra viene ulteriormente ostacolata dal lavoro di Freuler e De Roon, sempre attenti e “incollati” ai mediani di riferimento, Gagliardini e Borja Valero, sempre primi sulle “seconde palle”, e sempre coordinati nell’accorciare e far ripartire la squadra, affidando - in un secondo momento - la gestione del pallone a Ilicic e Gomez che, tra falli guadagnati e spazi creati, mettono continuamente a dura prova la fase difensiva ospite. Fase difensiva sconfitta, per la seconda volta in stagione e nella stessa partita, anche su situazione di palla inattiva, ennesima “arma” a disposizione degli orobici, ma fin qui mai punitiva per la Beneamata. Il 3 a 1 di Djimsiti, seguito dall’espulsione di un affannato Brozovic e dal “gioiello” firmato Gomez, chiude la gara. La pressione a tutto campo ha premiato la squadra di Gasperini, aprendo a ipotetici spazi senza dar la possibilità di occuparli. E se la difesa a 3 nelle ultime settimane è stato un ostacolo ampiamente superato, il 3-4-1-2 bergamasco ha rappresentato un ostacolo difficile da affrontare. Sconfitta pesante, contro un avversario quasi perfetto, in uno stadio che è quasi un tabù, al termine di una settimana e un periodo tanto importante quanto soddisfacente. Non va dimenticato, e al rientro dalla sosta, l'ottimo percorso va ripreso e, con il giusto spirito e atteggiamento, affrontato... con anche qualche giocatore pienamente recuperato.
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VIDEO - LE PAGELLE DI ATALANTA-INTER
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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