Nella seconda giornata del campionato di serie A Tim 2015-2016, l’Inter è di scena al ‘Braglia’ di Modena contro il Carpi, club neo promosso in serie A, per continuare la propria marcia a punteggio pieno, dopo il bel successo di domenica scorsa contro l’Atalanta.
Roberto Mancini sceglie il consueto 4-3-1-2. Davanti ad Handanovic agiscono Miranda e Murillo al centro della difesa, con Santon e Juan Jesus sulle fasce. Mediana composta da Guarin, Medel e Kondogbia. Confermato Brozovic dietro le punte, che sono Jovetic e Palacio.
Più prudente Fabrizio Castori, che schiera un classico 3-5-2. Brkic tra i pali; linea difensiva composta Letizia, Bubnjic e Gagliolo; Wallace e Gabriel Silva sulle fasce, con Lollo, Marrone e Fedele a centrocampo. Matos e Wilczek i terminali offensivi.
Partono meglio gli emiliani che, sulle ali dell’entusiasmo per la prima gara casalinga della storia in serie A, pressano i nerazzurri fin sulla loro trequarti ed impediscono ai centrocampisti nerazzurri di imbastire una buona trama offensiva.
Chiusi nella propria metà campo, i biancorossi ripartono molto bene in contropiede grazie anche alla verve di Matos e Wilczek che creano più di un grattacapo alla retroguardia dell’Inter partendo dalle fasce ed accentrandosi alle spalle dei terzini interisti, spesso in ritardo nelle chiusure. Molto bene, al contrario, la coppia centrale composta da Miranda e Murillo che limitano al minimo gli attacchi carpigiani.
Attorno alla mezz’ora i nerazzurri provano ad affacciarsi dalle parti di Brkic ed alla prima occasione trovano il vantaggio: una grande pennellata di Fredy Guarin, in veste di capitano questa sera vista l’assenza di Mauro Icardi, termina sui piedi di Jovetic che, lasciato colpevolmente solo dalla retroguardia emiliana, infila l’ex portiere di Udinese e Cesena in uscita (errato, nella circostanza, il posizionamento della difesa emiliana con Wallace che si fa trovare fuori posizione).
Il Carpi sembra accusare il colpo e ci mette qualche minuto per tornare ai ritmi elevati dei primi minuti. Non ne approfitta però l’Inter, la cui manovra è lenta e confusa, anche per merito di un avversario comunque ben disposto in campo da mister Castori.
Il secondo tempo si apre con un’Inter più pimpante. Il Carpi non ha ancora smaltito lo shock per la rete di Jovetic e soffre in avvio di gara il possesso dei nerazzurri, che però non concretizzano la grande mole di passaggi. Le azioni più pericolose passano tutte per i piedi del montenegrino, che prova ad imbeccare Palacio e gli inserimenti dei centrocampisti.
Dopo un buon quarto d’ora a tinte nerazzurre con El Trenza vicino alla rete, servito ottimamente da Guarin perfetto nel cogliere il taglio in profondità dell’argentino, il Carpi torna ad affacciarsi nella metà campo offensiva. Gli ingressi di Lasagna, Di Gaudio e Lazzarri (per Wilczek, Wallace e Fedele tra il 66’ e il 79’) sembrano risvegliare i biancorossi dal tepore dei primi minuti e l’Inter va in difficoltà. I due protagonisti della storica promozione ottenuta lo scorso anno, creano spesso superiorità nelle ripartenze brucianti del Carpi e da un loro contropiede nasce il pareggio: malissimo Nagatomo, subentrato da pochi minuti a Santon già ammonito, nella diagonale. Proprio il numero 11 carpigiano lo infila alle spalle ed approfitta di una deviazione del giapponese per trafiggere Handanovic.
A 5’ dal termine Mancini corre ai ripari inserendo Hernanes per Brozovic. Negativa la gara del croato, che non illumina mai la manovra nerazzurra e si limita ad un buon lavoro in fase di non possesso. Proprio il Profeta, nella posizione di rifinitore, serve di testa Palacio che, tutto solo davanti a Brkic, si lascia ipnotizzare dal portiere serbo e perde il tempo per la conclusione. Neanche un minuto dopo, però, una bella apertura dell’argentino apre la strada a Guarin: bravissimo il colombiano ad eludere la marcatura di Letizia che lo stende in area di rigore. Dal dischetto si presenta Jovetic per il 2-1 definitivo.
A tempo ormai scaduto, il tecnico marchigiano regala la standing ovation al montenegrino, che viene sostituito da Ranocchia. Si passa alla difesa a 5, con il centrale italiano tra Miranda e Murillo a protezione del risultato. Nonostante il brivido finale con Lollo (lasciato inspiegabilmente solo da Juan Jesus), che però non raggiunge il cross di Lazzari, e la ghiotta opportunità di Juan Jesus che raccoglie l’assist di Hernanes ma spreca a due passi da Brkic, la gara si conclude con altri 3 punti in cascina per l’Inter, che vola in testa alla classifica a punteggio pieno.
Un passo indietro e tre passi avanti per l'Inter vista questa sera sul prato del 'Braglia'. Un passo indietro dal punto di vista del ritmo di gioco, troppo lento e prevedibile e troppo simile a quello della scorsa stagione. Un passo indietro dal punto di vista delle idee, troppo poche le palle gol create dai nerazzurri. Un passo indietro dal punto di vista della pericolosità offensiva, quasi inesistente il movimento senza palla dei centrocampisti.
Tre passi avanti invece sul piano della classifica. La scorsa stagione gare del genere non si sarebbero vinte, quest'anno siamo già a due grazie ai colpi di un campione vero che risponde al nome di Stevan Jovetic. Una citazione particolare la merita però anche Fredy Guarin. Responsabilizzato dalla fascia, il colombiano gioca una gara semplice ed attenta, senza incaponirsi in dribbling inutili e in conclusioni improbabili, sbagliando praticamente nulla e regalando all'Inter una vittoria sofferta grazie a due perle degne del miglior Guarin. Bentornato Fredy.
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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