Dopo una settimana priva di impegni europei, l’Inter riparte da Cagliari, per dare seguito alle ultime buone prestazioni, per conquistare punti fondamentali nella lotta ai piazzamenti Champions. Negli 11 di Spalletti, l’unica novità rispetto alla gara di Firenze è nel ruolo di terzino sinistro, con Asamoah preferito a Dalbert. Politano-Nainggolan-Perisic alle spalle di Lautaro Martinez. Nel 4-3-1-2 di Rolando Maran, Barella gioca dietro a Joao Pedro e Pavoletti. Cigarini in cabina di regia, Pisacane-Ceppitelli al centro della difesa.
PRIMO TEMPO - L’atteggiamento aggressivo del Cagliari caratterizza una prima parte di gara molto fisica, in cui l’Inter fatica a gestire il possesso palla. Barella, Joao Pedro e Pavoletti ostacolano la costruzione centrale ospite, mentre le mezzali sono pronte ad uscire sui terzini. Vecino non supporta, tecnicamente e tatticamente, un Brozovic in difficoltà (appannato), e la squadra di Spalletti - anche una volta superata ‘coraggiosamente’ la prima pressione - non trova trame di gioco rapide e utili a sorprendere la disposizione avversaria. I padroni di casa, molto alti e compatti sul terreno di gioco, riconquistano un elevato numero di palloni e attaccano con moltissimi uomini. Ionita e Faragó giostrano rispettivamente su D’Ambrosio e Asamoah (stringendone il raggio d’azione), mentre Srna e Pellegrini scappano alle spalle di Perisic e Politano. Il lavoro del trio offensivo sardo, inizialmente ad allargare il gioco per creare superiorità numerica in zona palla, e successivamente a riempire l’area di rigore, arretra la formazione ospite. Diverse le dinamiche iniziali, frutto di una corretta interpretazione difensiva nerazzurra, nelle rare occasioni (concentrate nella prima parte di gara) in cui i rossoblù costruiscono dal basso: Nainggolan parte al fianco di Lautaro per poi ripiegare su Cigarini, le ali si dividono il terzino più vicino allo sviluppo dell’azione e la mezzala più lontana in accentramento, mentre Brozovic e Vecino scalano a turno su Barella e l’interno di centrocampo rimanente. All’interno di una fase sostanzialmente equilibrata del match, al netto di un’intensità maggiore esibita dagli uomini di Maran, è un ‘casuale’ calcio piazzato a punire la compagine in maglia grigia. Privata degli 1vs1 di Perisic e Politano, maggiori indiziati a scardinare il modulo avversario, la reazione ospite è affidata ai movimenti, a venire incontro come ad attaccare lo spazio, di Lautaro e Nainggolan. Il belga in appoggio alla catena di destra attira lateralmente l’uscita di Pisacane, l’argentino anticipa Ceppitelli sul primo palo e trasforma nel migliore dei modi l’assist del compagno belga. Nell’area opposta, è Asamoah a farsi continuamente trasportare verso il centro da Faragó, lasciando libero sfogo al destro educato di Srna, dal quale nasce il 2-1 firmato Pavoletti (bravo ad anticipare De Vrij e Skriniar), con il quale le due squadre vanno negli spogliatoi.
SECONDO TEMPO - I padroni di casa ripartano sulla scia della prima frazione, spendendo molte energie nel limitare la costruzione dal basso nerazzurra, e sfruttando le sponde di Pavoletti per attaccare gli spazi alle spalle del centrocampo. I movimenti di Barella e Joao Pedro mettono continuamente a dura prova i centrali difensivi, gli inserimenti di Ionita e Faragó accentrano i terzini, aprendo alle discese di Srna e Pellegrini, poco seguite da Perisic e Politano. L’Inter resiste e, rispetto ai primi 45’, riparte con più convinzione, trovando più collaborazione nelle ali offensive, e cavalcando la crescita costante nel match in primis di Nainggolan e poi di Lautaro. E con il passare dei minuti prende sempre più campo, costringendo il Cagliari ad abbassare il proprio baricentro. Asamoah e D’Ambrosio, grazie anche alla precisione di diversi cambi di gioco, si affacciano alla metà campo rossoblù con maggiore libertà, senza tuttavia riuscire a creare superiorità numerica nel confronto tra le ali e la coppia di esterni difensivi avversari, Srna e Pellegrini, costantemente ‘protetti’ dal raddoppio delle mezzali. Il temporaneo cambio di posizione tra Perisic e Politano non stravolge l’andamento della gara. Borja Valero per Vecino (68’) e Bradaric per Cigarini (70’) portano più qualità (e idee) sponda Inter e ulteriore freschezza (e fisicità) sponda Cagliari. Con il numero 20 spagnolo in azione sul centro-sinistra, Nainggolan trova più continuità negli strappi sulla destra, dove i sardi si mostrano meno impenetrabili. Il belga costruisce allargandosi, Lautaro impensierisce Cragno attaccando il primo palo. Qualche dettaglio, unito alla grande densità degli uomini rossoblù all’interno degli ultimi 16 metri, tiene distanti gli ospiti dal gol del pareggio, e da un finale di gara diverso. L’ultimo capitolo della gara, aperto dall’ingresso di Candreva per Asamoah e dal passaggio al 3-4-1-2 (nei padroni di casa esce Joao Pedro ed entra Despodov), non regala invece grandi emozioni. Pochi spazi e tante interruzioni avvicinano la sfida al rush finale. Ranocchia in attacco la terza carta scelta da Spalletti (che toglie Brozovic), mentre Maran passa al 4-4-2 inserendo Padoin al posto di Ionita. La Beneamata non riesce a sfruttare il suo numero 13, Barella spreca il rigore del doppio vantaggio, e il match si conclude sul punteggio di 2-1. Un Cagliari a pieno ritmo nel corso di tutti i 90' evidenzia i problemi di un Inter meno solida in difesa, e poco lucida nel palleggio.
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Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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