Alla quarta giornata di campionato, e a pochi giorni dal pareggio europeo contro lo Slavia Praga, l’Inter di Conte è attesa dal derby contro il Milan. Nel 3-5-2 nerazzurro, ritrova un posto da titolare in difesa Godin, con D’Ambrosio ‘quinto’ di centrocampo al posto di Candreva, non al meglio. In mezzo al campo, insieme a Brozovic e Sensi, spazio dal 1’ per Barella. Lautaro-Lukaku in attacco. 4-3-1-2 il modulo scelto da Giampaolo: Conti al posto dello squalificato Calabria (a destra nella linea difensiva completata da Musacchio, Romagnoli e Rodriguez). Biglia in cabina di regia, Suso alle spalle di Piatek e Leao, alla prima da titolare in maglia rossonera.
PRIMO TEMPO - Baricentro alto e pressing caratterizzano l’approccio positivo al derby dell’Inter, disposta sul terreno di gioco di San Siro in pochi metri e capace di mostrare, sin dai primi istanti, più organizzazione e convinzione rispetto al Milan. Evidente, a partire dalla fase di non possesso, la posizione da trequartista occupata da Sensi. Il numero 12, in pressione, si occupa di Biglia; Brozovic e Barella escono su Kessie e Calhanoglu, i ‘quinti’ si alzano sui terzini, con Lukaku e Lautaro a dividersi i due difensori centrali in maglia rossonera. Con la palla tra i piedi degli uomini di Giampaolo, protetti dal ‘muro’ difensivo composto da Godin-De Vrij-Skriniar, i ragazzi guidati da Conte concedono poche soluzioni (e, in qualche caso, nemmeno la costruzione dal basso, con Donnarumma costretto al rinvio lungo). Meno convinzione, coraggio e ‘cattiveria’ caratterizzano l’Inter nella sviluppo finale della manovra in fase di possesso, situazione prevalente nella prima parte di gara e non sempre rispecchiante il predominio territoriale nerazzurro. Pochi cambi di gioco improvvisi, sostituiti da un giro palla orizzontale, non consentono di sfruttare a pieno la libertà costruitasi lateralmente, con il Milan concentrato in zona palla e preoccupato di creare densità per vie centrali. Nelle occasioni in cui il palleggio si trasforma in aperture sugli esterni, sono D’Ambrosio e soprattutto Asamoah a non guadagnare metri decisivi. Il ghanese, premiato dai movimenti di Sensi tra le linee - che tengono impegnato il centrocampo rossonero - gode di molta libertà nella metà campo offensiva, così come il lavoro di Barella sul centro-destra - vincente nel duello con Calhanoglu - libera spazi per D’Ambrosio, oltre a garantire costante supporto alla regia disturbata di Brozovic, sul quale si posizione Suso. Conte e i suoi, in alcuni casi anche solo per centimetri, non trovano la via del gol. E il Milan, con il passare dei minuti, oltre a mostrarsi in qualche ripartenza (spesso causata da calci d’angoli corti), prende coraggio e metri di campo. La posizione esterna di Kessie - con Sensi su Biglia e viceversa -, unita al decentramento di Suso, abbassa il raggio d’azione di Asamoah, e la consueta qualità del trequartista spagnolo aumenta il possesso palla rossonero. La vivacità, corsia opposta, di Leao viene presto stemperata dall’esperienza di Godin. Così come il ‘momento Milan’ lascia presto spazio a un finale di prima frazione sostanzialmente equilibrato. Che lancia comunque segnali di una ‘nuova’ crescita nerazzurra dentro la gara, parallela a quella del duo Lautaro-Lukaku, valida opzione al quale appoggiarsi tra le alternative di gioco a disposizione dell'11 guidato da Conte.
SECONDO TEMPO - Ad avere in mano il pallino del gioco è sempre l’Inter, rientrata dagli spogliatoi con le idee ancora più chiare, sviluppate attraverso manovre immediatamente verticali. Il terzetto difensivo, trasportato dalla verve di Godin, contribuisce ad alzare ulteriormente il baricentro, trovando giocate utili a superare la prima linea di pressione rossonera (con Suso in posizione più defilata sulla destra e non in marcatura su Brozo). La mobilità di Barella e Sensi ai lati del croato trova impreparato il centrocampo avversario, con l’ex Sassuolo bravo a ritagliarsi uno spazio tra Kessie e Biglia, e a guadagnarsi la punizione dal quale nasce la rete del vantaggio nerazzurro, firmata Brozovic. Episodio che premia lo spirito degli uomini di Conte, oltre ad incentivarne il ‘coraggio’, la voglia di aggredire la partita. Il tutto tradotto in cambi di gioco e verticalizzazioni determinanti nel trasformare il possesso in continue potenziali occasioni da gol. La catena di destra, formata da Godin, Barella e D’Ambrosio, e contrastata da Leao, Calhanoglu e Rodriguez, si rende spesso protagonista nella prima parte dell’azione. La catena di sinistra, con l’imprevedibilità di Sensi e Lautaro a dare supporto ad Asamoah, portando superiorità numerica nel confronto con Kessie e Conti, si trova più volte nelle condizioni di concludere verso la porta. Romagnoli e Musacchio ‘murano’ dalle parti di Donnarumma e il Milan, affidandosi esclusivamente all’estro di Suso e Calhanoglu (fuori per Paqueta al 64’), prova a ‘sorprendere’ l’Inter in contropiede. I nerazzurri, trascinati - in molti casi con successo - da Barella e Brozo nel tentativo di recuperare immediatamente e molto in avanti il pallone, tiene lontani eventuali pericoli dalla porta difesa da Handanovic. Vecino per Sensi riporta la squadra di Conte a un più effettivo 3-5-2 (l’uruguaiano sul centro-destra e Barella sul centro-sinistra). L’ingresso di Politano al posto di Lautaro, 2' dopo, disegna l’Inter con un 5-4-1, sicuramente più coperto, ma non ostacolante l’obiettivo del 2-0. Che arriva qualche istante dopo grazia all’ennesima ottima giocata di Godin, arricchita dalla pennellata di Barella - largo a sinistra - per Lukaku, perfetto e spettacolare nell’anticipare Romagnoli e trafiggere Donnarumma. I legni di Politano e Candreva, inframmezzati dagli ultimi cambi (il numero 87 per Barella sponda nerazzurra e Rebic per Leao sponda rossonera), non cambiano la storia di un derby che sorride ancora una volta alla Beneamata. La prima volta con Conte in panchina, un condottiero pienamente immerso nell’atmosfera della stracittadina milanese, e con lo sguardo sempre rivolto al percorso di crescita atteso dalla stagione della squadra nerazzurra.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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