Dopo la convincente vittoria esterna sul campo della Lazio, e in attesa di ospitare il Barcellona a San Siro, l’Inter cerca la settimana vittoria consecutiva in campionato, contro il Genoa, davanti ai propri (numerosi) tifosi. Turnover, o rotazione, Spalletti cambia molto rispetto alle ultime uscite: Gagliardini ritrova un posto da titolare al fianco di Brozovic, così come Dalbert fa rifiatare Asamoah nel ruolo di terzino sinistro. Conferma per Joao Mario, Politano e Perisic ai lati di Lautaro Martinez, con Icardi in panchina. Rientra anche De Vrij al centro della difesa. Sponda rossoblù, alla seconda consecutiva in pochi giorni a Milano, Juric deve fare a meno dello squalificato Criscito, al suo posto Gunter. In avanti, spazio all’ex Pandev dal 1’, fuori il capocannoniere Piatek.
PRIMO TEMPO - 4-3–3 o 4-2-3-1? Fin dai primi istanti di gioco, soprattutto in fase di costruzione, è il triangolo di centrocampo con Brozovic vertice basso, e Joao Mario-Gagliardini ai suoi lati, a caratterizzare la disposizione degli uomini di Spalletti. Sul mediano italiano, propositivo senza il pallone, si allarga Sandro, mentre sul portoghese, propositivo in fase di palleggio, esce Romulo. Il terzo di centrocampo ospite, Bessa, si alza invece su D’Ambrosio, andando a formare a tratti - con Pandev e Kouame - un tridente d’attacco che nei primi minuti allarma la retroguardia nerazzurra sulla propria corsia di destra, dove spinge molto anche Lazovic. L’Inter prende comunque il controllo del match, gestendo molto bene il pallone e mettendo sempre in difficoltà la difesa avversaria una volta superata la prima linea di opposizione. Brozovic è bravo a farsi trovare da De Vrij e Skriniar, più liberi di agire nella prima fase di costruzione, Perisic e Politano sono bravi a svariare lungo tutto il fronte offensivo, partendo larghi e finendo per accentrare il proprio raggio d'azione, lavorando molto sui centrali di riferimento, seppur l'esterno croato si conceda qualche momento di confusione. La folta presenza di uomini nerazzurri tra le linee e in area di rigore, unita a un grande pressing ogni qualvolta il Genoa parta dal basso, trova impreparata la difesa avversaria, regalando in pochi minuti il doppio vantaggio alla squadra di casa. Pochi punti di riferimento, capacità di attaccare sia per vie laterali che centrali, sostegno ai propri compagni e qualità nelle giocate, rappresentano gli "strumenti" giusti per smuovere e punire alle spalle i ragazzi di Juric, coraggiosi nel provare a giocare alti, ma prontamente costretti ad arretrare. La gestione del pallone coinvolge soprattutto la catena centrale, capace di variare il ritmo del match, da un paziente e attento possesso a improvvise e taglienti verticalizzazioni, nelle quali Politano si dimostra vera e propria spina nel fianco. L'ex Sassuolo non sempre riesce a ripiegare, e la reazione del grifone è affidata ad iniziative sporadiche sull'out mancino, che non riescono comunque a impensierire Handanovic e compagni. Dall'altra parte Dalbert, oltre a dimostrare molta attenzione nelle diagonali difensive, vince il duello nei confronti di Pedro Pereira, lasciando a Perisic e alla tecnica di Joao Mario l'evoluzione offensiva della manovra su quella corsia. Negli spogliatoi, a fine primo tempo, rientra un Inter molto positiva e propositiva. Negli spogliatoi, all'intervallo, rientra anche un Lautaro meno protagonista di quel che lo stesso argentino si augurava, passato dall'occasione che poteva sbloccare il match dopo appena 1' a una prima frazione di continua "lotta" con il connazionale Romero, il migliore della propria formazione.
SECONDO TEMPO - Il gol del 3-0, ancora a firma di Gagliardini, e ancora frutto dell’atteggiamento, sotto forma di compattezza e aggressività, apre a un secondo tempo ancora più in discesa e controllo per i padroni di casa. Appena prima dell’ingresso nel Genoa di Piatek per il grande ex Pandev. Con la squadra non più alla ricerca prioritaria di un’altra rete, si prendono gli applausi di San Siro anche De Vrij e soprattutto Skriniar, protagonisti di chiusure imponenti che spengono sul nascere i tentativi di reazione genoana, verticalizzazioni (dell’olandese) e discese personali (dello slovacco). All’avvicinarsi dell’ora di gioco, Spalletti concede riposo a Politano, dando spazio a Keita, mentre Juric inserisce Miguel Veloso per Sandro. L’esterno senegalese si posiziona sulla sinistra, con Perisic sul versante opposto, il regista portoghese garantisce più geometrie al centrocampo ospite. In una situazione di completa gestione del risultato, Brozo aumenta la propria importanza all’interno del match, tra continui movimenti a smarcarsi e la consueta generosità in fase di non possesso. Joao collabora, con qualità nello stretto, per eludere la maggiore pressione rossoblù, mentre Gaglia, in fiducia, aumenta gli strappi a campo aperto e conferma la propria presenza in area di rigore avversaria. Il modo di allargarsi dei due interni di centrocampo, e dialogare tra le linee con gli esterni di riferimento, continua a mettere in difficoltà il 3-5-2 dei liguri, costretto agli straordinari nei due interni di difesa, Biraschi e Gunter, attirati fuori dalla propria posizione iniziale e spesso in inferiorità numerica, anche per un Genoa più sbilanciato e disunito. Regge Romero, vittorioso nel duello con Martinez, grazie ad aggressività e tempismo negli anticipi. Borja Valero per Perisic (con Joao Mario spostato a destra) e Omeonga per Romulo le scelte dei due allenatori a poco più di 10 minuti dal termine. Nainggolan per Brozovic (con il numero 20 spagnolo “nuovo” regista) il cambio che apre a un finale di partita ancora a tinte nerazzurre, al gol meritato di un “sorprendente” e “ritrovato” Joao Mario, assistman per il pokerissimo firmato dallo stesso belga, anche lui - per motivi diversi - sorprendentemente già ritrovato. Per la gioia di un San Siro gremito che anche quest’oggi si è confermato, per una grande vittoria, la settimana consecutiva in campionato. La consapevolezza, mai messa in dubbio dal tecnico di Certaldo, di poter contare su tutta la rosa, oggi aumentata da ogni singola prestazione. Contro il Genoa, forse non al meglio della condizione, per confermarsi, contro il Barcellona, l'avversario più complicato, per provare di nuovo a misurarsi, e per continuare a meritarsi il "sogno" qualificazione, con un Nainggolan in più tornato già a disposizione.
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Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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