Dopo gli ultimi risultati, sia interni alla propria squadra che giunti dalle rivali per i rispettivi obiettivi di questo finale di stagione, Sarri e Spalletti cercano la vittoria. A fronte del solito Napoli, a San Siro con gli 11 tipo, nel 4-2-3-1 dei nerazzurri tante novità, tra sorprese e ritorni eccellenti. Miranda e Icardi riprendono il proprio posto rispettivamente in difesa e al centro dell'attacco, inedita la cerniera di centrocampo formata da Gagliardini e Brozovic; Rafinha confermato trequartista.
PRIMO TEMPO
L'inizio vede un'Inter molto aggressiva, giocare con intensità e personalità, alla pari con il Napoli. Entrambe le squadre sono molto corte, gli spazi sono pochi, ma la tecnica è tanta. I nerazzurri provano più cambi gioco e lanci in profondità, mentre i partenopei - come di consuetudine - prediligono molto più gli scambi in velocità nello stretto. Il risultato di due squadre molto organizzate e compatte sono le poche occasioni da gol, con la cerniera di centrocampo nerazzurra che funziona molto bene, tra i recuperi di Gagliardini e la lucidità di un ottimo Brozovic, caratteristiche che rendono vana la pressione dei partenopei. Con il passare dei minuti, l'intensità messa sul terreno di gioco da molti dei ventidue protagonisti, costringe però a qualche errore di precisione in tutte e due le compagini, sia in fase di impostazione che nella finalizzazione. Nei padroni di casa funziona molto meglio la catena di destra, a un Perisic poco convinto, risponde un Candreva molto mobile e qualitativo nelle giocate. Quando l'italiano viene a giocare tra le linee, Cancelo trova campo davanti a sé, ma a tratti è proprio il portoghese a stringere, con Candreva pronto ad allungare la squadra sull'out di destra e a sfruttare i passaggi di difensori e centrocampisti. Tra questi ultimi Rafinha che, soprattutto nella seconda metà di primo tempo, viene a prendersi palla più indietro, contribuendo a creare densità in mezzo al campo, migliorare la fase di palleggio e provando a costruire ed illuminare il gioco. In fase difensiva il brasiliano a tratti marca a uomo Jorginho, ma quando il giro palla è fatto dai difensori centrali ospiti, esce su Koulibaly, andando a formare un 4-4-2 molto compatto. Un primo tempo che vede il Napoli provare a realizzare le solite, consolidate ed efficaci trame, contrastate da un'Inter molto unita nel sacrificio e, rispetto agli standard, più propensa alle verticalizzazioni e più veloce nel far girare la palla. Si gioca molto, ma si crea poco, le difese sono molto attente, Allan è il più vivace negli ospiti, Brozovic nei padroni di casa, più "spenti" e poco "cattivi"- invece - gli attaccanti.
SECONDO TEMPO
Grande novità di inizio ripresa in casa nerazzurra è lo scambio di posizione dei due terzini D'Ambrosio e Cancelo. E con il portoghese spostato sulla sinistra, in fase di costruzione l'Inter si dispone con una sorta di 3-5-2. La squadra di Luciano Spalletti, come a inizio gara, parte molto aggressiva, recuperando palla in avanti e rendendosi pericolosa. Con il passare dei minuti, però, gli ospiti crescono di intensità, prendono campo e, con la qualità di Insigne e Mertens - molto più vivaci e mobili rispetto al primo tempo - riescono a trovare spazi che apparentemente sembrano non esistere. Dal canto suo, anche per l'ingresso di Eder per Rafinha, l'Inter perde qualcosa in fase di palleggio. I padroni di casa sono messi bene in campo, Gagliardini e Brozovic continuano nel loro match fatto di attenzione, concentrazione e qualità, ma quando il croato prova a proporsi palla al piede nella trequarti avversaria, i compagni faticano a garantirgli una copertura sufficiente, costringendo Miranda e il sempre puntuale Skriniar agli straordinari. Al netto di qualche errore tecnico individuale, dalla fretta di Eder alla troppa sicurezza di Cancelo e del suo mancino poco preciso, i nerazzurri riescono però a rimanere in gara fino alla fine, soffrendo il giusto e provando a far male alla porta di Reina, difesa da un Koulibaly quasi insuperabile. Zielinski per Hamsik e Borja Valero per un generoso e vivace Candreva sono le mosse dei due allenatori per portare il match dalla propria parte, un match molto equilibrato che si avvicina sempre più a concludersi sul punteggio di 0-0. Con l'ingresso dello spagnolo, l'Inter torna ad essere più compatta, precisa e ordinata nel gestire il pallone, tornando anche a verticalizzare con più continuità e incisività. Gli ultimi minuti vedono gli ingressi di Milik e Rog nella squadra di Sarri e quello di Karamoh nella squadra di Spalletti, ma per il resto poco altro. Come nella gara di andata, tra nerazzurri e partenopei finisce con un pareggio a reti inviolate. A fronte di qualche aspetto negativo, come le poche occasioni capitate sui piedi di capitan Icardi (comunque volitivo e più partecipe nel gioco di squadra) e la poca "freschezza" una volta conquistata palla in avanti, San Siro ha potuto apprezzare una squadra, quella di casa, molto organizzata, contro un Napoli che fuori casa si era fermato soltanto in un'altra occasione, contro il Chievo e che, in 180', non è riuscita a bucare la rete difesa da Handanovic. Contro le grandi squadre, i nerazzurri si confermano imbattuti, ma da qui alla fine della stagione - per continuare a lottare per l'obiettivo Champions - servirà tornare a vincere con continuità, sia negli scontri diretti che contro le cosiddette piccole. Brozovic (quasi) mai così completo e continuo nell'arco dei 90 minuti, la personalità ritrovata di Gagliardini, un'intensità da tempo sconosciuta e una difesa (quasi) sempre affidabile sono le note più positive e il punto da cui partire per il rush finale... in attesa di un Perisic ancora una volta troppo opaco e del ritorno di un Icardi in versione cecchino.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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